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Balotelli, è lontano il ritorno in A: Raiola incontra il Flamengo a Montecarlo

di Claudio Colla

Tre anni nella Ligue 1 francese, nel corso dei quali ha potuto ristabilire una media-gol all'altezza della propria centralità mediatica (0,56 reti a partita, più di una ogni due, tra le due stagioni e mezza in forza al Nizza, e la coda quadrimestrale con la casacca dell'Olympique Marsiglia), Mario Balotelli, 29enne da pochi giorni, sembra allontanarsi dal rientro nel campionato italiano, dal quale manca dal 2015/16, stagione al Milan, durante la quale toccò forse il punto più basso della propria carriera. Bologna, Sampdoria, Parma, Hellas Verona: tanti i club affastellatisi, anche solo per mezzo di semplici sondaggi, sulle tracce del controverso italo-ghanese. Nessuno tra questi, tuttavia, nemmeno lontanamente avvicinatosi alle richieste del giocatore, rappresentato dall'agente Mino Raiola, personaggio almeno altrettanto controverso. SuperMario, si sa, è stato accostato anche al Toro, tempo fa: veridicità del sondaggio mai confermata. Meglio così, probabilmente: a naso, quello granata non è esattamente il contesto adatto alle sue caratteristiche, umane prima ancora che tecniche, al suo ego, al carrozzone mediatico che inevitabilmente l'uomo, prima ancora del calciatore, si porta dietro, obtorto collo o meno.

Ma coniughiamo la realtà di Balotelli al tempo presente: anche le piste Fiorentina e Sassuolo sembrano tramontate, e il giocatore, che rischia così di abdicare, a meno di prestazioni continuativamente stratosferiche, a un posto in squadra per Euro 2020, sembra diretto verso il Flamengo. Con la prospettiva di un campionato brasiliano di vertice, certo, ma pur sempre lontano dalla scena europea. A tal proposito, Raiola avrebbe incontrato i vertici dei Rubronegro, in quel di Montecarlo: 15 milioni di euro per 18 mesi di contratto, la principesca, per rimanere in tema con lo sfondo, proposta. Nel frattempo, ci spera ancora il Brescia, che offre "soli" 3 milioni a stagione. Tra il weekend e la prossima settimana la possibile conclusione dell'affare: tantissimi soldi (e magari trofei) da una parte; dall'altra, il ritorno sulla scena nostrana e le possibilità di mettersi in mostra più di frequente agli occhi di Mancini e dei suoi collaboratore.


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