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Da Kurtic a Schone, il valzer dei registi: vantaggi e ostacoli

di Claudio Colla

Appena partito "l'atipico" Meité, al Toro un nuovo centrocampista, lo si dice ormai da tempo immemore, serve come il proverbiale pane. Dalle caratteristiche diversissime, pressoché diametralmente opposte: un metronomo, un uomo più d'equilibrio che "di strappi", un mister affidabilità a cui mettere in mano, senza remore, le chiavi della squadra. Un elemento, inoltre, già formato, pronto a prendere immediatamente le redini della cabina di regia granata: per questo motivo, appare difficile che l'uomo giusto per questo frangente sia l'argentino Fausto Vera, talentuoso, certo, ma presumibilmente acerbo per un inserimento immediato nella lotta per non retrocedere dalla Serie A.

Messo da parte, a meno di ribaltamenti di fronte, il sogno legato a un Lucas Torreira che, a breve, metterà probabilmente a curriculum un nuovo flop, quello madrileno, dopo la delusione londinese, il ballottaggio dei colpi di mercato plausibili, al momento, oscilla tra Jasmin Kurtic (in foto) e Lasse Schöne. Il primo sembra ben intenzionato a lasciare Parma, dopo soli dodici mesi di permanenza sulla Via Emilia, nonostante il ritorno di D'Aversa al timone; la chiusura intorno ai quattro milioni di euro, bonus inclusi, non appare ipotesi peregrina. E proprio il ritorno in granata del centrocampista sloveno, trentadue anni compiuti appena otto giorni fa, potrebbe propiziare l'approdo dell'esperto danese ex-Ajax e Genoa tra le file del Parma stesso; allontanatasi, viceversa, la pista Cagliari, che in momenti diversi aveva sondato entrambi gli obiettivi granata, finendo però per aggiudicarsi, dalla Fiorentina, il prestito di Alfred Duncan. Quale sia il nome, in ogni caso, a Nicola, come sarebbe stato per Giampaolo, un giocatore in grado di fornire un apporto in termini di visione e di costruzione della manovra, servirà, e molto.


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