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I ripetuti guai di Lyanco possono trattenere Bonifazi in squadra

di Claudio Colla

Bizzarro, controverso, straniante. Come una corsa sull'ottovolante. Questi sono solo alcuni degli attributi e delle locuzioni ispirate al percorso finora vissuto da Kevin Bonifazi in maglia granata. Approdato nel settore giovanile del Toro nell'estate del 2014, via Siena, il classe '96, reatino di nascita, è cresciuto come giocatore professionista soprattutto a forza di prestiti: Casertana, Benevento, l'esplosione nella SPAL, che lo ha portato a vestire da protagonista, fino alla scorsa estate, la casacca dell'Under-21 azzurra. Confermato in squadra nel 2017/18, a cavallo tra l'epilogo della gestione Mihajlovic e il principio dell'era Mazzarri, Bonifazi, complici le tante problematiche dal punto di vista della condizioni atletica, non riuscì ad affermarsi come elemento di primo piano per la squadra, disattendendo quelle aspettative che avevano fatto sì che le proposte di Fiorentina e Zenit San Pietroburgo fossero rimandate ai rispettivi mittenti. L'anno scorso il ritorno alla SPAL, e l'ulteriore dimostrazione che le piane estensi sono un toccasana per il suo benessere e il suo rendimento.

Giunge il controriscatto da parte del Toro, e l'almeno apparente nuova occasione di affermarsi in maglia granata. Per quanto, poco dopo, si desse per scontata la sua partenza, persino a titolo definitivo, con tante destinazioni ipotizzate (Atalanta, Milan, Parma, Roma, Udinese, la succitata Fiorentina, l'ennesimo rientro alla SPAL), nel tentativo di far fruttare in termini di plusvalenza l'ottimo rendimento ferrarese del giocatore. Ma Bonifazi finisce per restare alla base, con tanto di gradi da (semi)titolare estivi, in attesa dei rientri di Lyanco e di Djidji. E, per quanto i soliti rumours sulla sua partenza, gli ennesimi, non facciano sentire la propria mancanza, il classe '96, al netto delle problematiche atletiche che sembrano costantemente incombere, quanto meno lungo le sue permanenze granata, e del dato numerico che lo vede sesto, sui sei difensori centrali della squadra, in quanto a minuti sul terreno verde in campionato, potrebbe beneficiare di un'ulteriore occasione per costruirsi un futuro in maglia Toro. I guai fisici di Lyanco in primis, e l'altalenanza delle prestazioni di tutti i membri della retroguardia agli ordini di Mazzarri, persino dei titolarissimi Izzo e N'Koulou, sembrano richiamare come canto di sirena quel Bonifazi che lo scorso 1° settembre, con quella rete siglata contro l'Atalanta, aveva fatto pensare all'inizio di un percorso nuovo e virtuoso. Il tutto, naturalmente, al netto della sua effettiva volontà di rimanere.


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