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Il fallimento del Sassuolo è un avviso a Cairo: così non si fa

di Federico Danesi

La notte porterà consiglio e non porterà (per ora) ad un cambio di allenatore, aspettando il recupero di mercoledì prossimo contro il Napoli. Ma in ogni caso il destino ui Alessio Dionisi al Sassuolo è già segnato e quello del club è compromesso, anche perché la squadra non è abituata a lottare così strettamente per salvarsi. Ma comunque vada a finire la stagione, che è ancora relativamente lunga, è già il fallimento di un modello che non funziona più oggi.

Perché il calcio non è il Lego. Continuare a montare e smontare il giocattolo, paga dividendi nel breve e medio termine, ma alla lunga è penalizzante. Vero, anche l'Atalanta negli ultimi 10 anni ha venduto a peso d'oro i suo talenti migliori, non solo quelli prodotti dalla Primavera. Ma ha saputo sempre investire quei soldi e riciclarsi. Il Sassuolo invece ha venduto e basta, ma Giovanni Carnevali ormai ha perso la sua mano d'oro e gli ultimi affari non hanno ripagato. Tutto questo è un avviso anche al Toro e a Urbano Cairo: senza una strategia precisa, che non punti solo ai conti, nel calcio di oggi non si va più avanti.