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Izzo-Toro, il matrimonio può proseguire. Convinzione o necessità?

di Claudio Colla

Ritrovato il terreno di gioco la settimana scorsa, nel 2-0 rifilato dai granata all'Entella, il ventottenne Armando Izzo, a lungo "epurato" (al netto delle assenze forzate) dalla rotazione di Giampaolo, è tornato in auge sotto la guida del vice-allenatore Francesco Conti. E si fa ora un gran parlare della strada tracciata, in tal senso, da Vagnati: un accordo con l'ex-difensore del Genoa, volto a una permanenza in maglia Toro almeno fino a fine stagione. Con piena possibilità, specie in tempi di passaggio al 3-5-2, di tornare a ricoprire i gradi di titolare. Per poi rivalutare il tutto, con ancora due anni di contratto residui, dopo il termine del campionato.

Lo stratega di mercato granata potrebbe aver così colto l'opportunità di rimotivare un giocatore che, per valore stimato, resta uno dei cinque atleti granata dal cartellino più costoso. Anche a fronte di una gestione incauta dal punto di vista delle "risorse umane": l'assenza dal terreno di gioco comporta un inevitabile calo del peso finanziario, oltre a una riduzione ai minimi termini del morale e dello stato psicofisico di un atleta. Viene dunque spontaneo pensare che, al netto dell'effettiva convinzione di Giampaolo circa una nuova spendibilità di Izzo come candidato titolare, alla lunga, mancando l'effettivo interesse da parte delle potenziali pretendenti, di vecchio corso (Fiorentina, Inter, Roma) o nuove, si stia cercando di fare buon viso a cattivo gioco. Le qualità, però, le abbiamo viste coi nostri occhi, non più di un anno e mezzo fa. Sono lì, tutte da riscoprire e riportare in superficie.


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