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Roma, Belotti "in cordata" con Petrachi resta un'idea. Ma...ci sono due "ma"

di Claudio Colla

Che ai vertici della Roma il Gallo Belotti piaccia, e tanto, non è un mistero. Considerato uno dei nomi in circolazione più adatti a un dopo-Dzeko (per quanto il possibile avvento di Conte sembri indurre il bosniaco a non dare per scontata una sua partenza, ove ci fosse una anche remota intenzione del club ad andare avanti insieme, per la quinta stagione consecutiva), il centravanti e capitano del Toro piace peraltro anche per le condizioni economiche che ne accompagnerebbero l'ingaggio, più vantaggiose rispetto alla maggior parte dei giocatori dall'analogo costo di cartellino (ragionevolmente, al momento, tra 50 e 60 milioni di euro): Belotti, partendo dal milione e otto guadagnato al momento, non supererebbe di molto i 3 milioni di euro annui, come richiesta di base, senza contare che la probabile presenza di Petrachi sulla sponda giallorossa potrebbe facilitare l'affare. Vi sono tuttavia almeno un paio di istanze che remano in senso opposto, al momento. Qualora il nuovo allenatore della Roma fosse Antonio Conte, sempre più vicino al timone capitolino, l'ex-tecnico di Juve, Chelsea e Nazionale sembra piuttosto orientato a puntare su un nome di maggior respiro internazionale, come prossima prima punta: il primo sulla lista è Romelu Lukaku dello United, ma piacciono anche Aubameyang (Arsenal) e Werner (Lipsia);  inoltre, Roma e Toro, classifica alla mano, si guardano ora da pari, novità assoluta rispetto al recente passato, e non è assolutamente detto che, al di là delle ovvie differenze di capacità di spesa, i giallorossi possano offrire un progetto tecnico oggettivamente superiore a quello granata, accesso all'Europa incluso. Scenari aperti, per quanto, al momento, il legame Belotti-Toro appaia più che saldo.