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Toro, può riaprirsi la pista Fares. Ecco come e perché

di Claudio Colla

Decisamente sfortunato nel corso delle ultime due stagioni, tra infortuni, positività al Covid-19, e circostanze generale che gli hanno impedito di ritrovare quegli standard raggiunti e mostrati al mondo tra 2017 e 2019, con le maglie prima dell'Hellas Verona, poi della SPAL, il laterale mancino Mohamed Fares, acquistato dalla Lazio lo scorso ottobre, per otto milioni di euro, rischia di perdere ulteriormente quota nelle gerarchie biancocelesti. Certamente più adatto a un 3-5-2, o a un 3-4-3 e derivati, che al 4-3-3 di Maurizio Sarri (che potrebbe però reinventarlo esterno offensivo, specie per la variante 4-2-3-1), l'algerino potrebbe finire per essere prestato, magari come uscita di fine estate.

A tal proposito, qualora il Toro registrasse un paio di uscite tra i laterali attualmente in rosa (scenario complicato, considerato un mercato decisamente pigro in corso, ma lungo gli ultimi dieci giorni di agosto si potrebbero registrare notevoli cambiamenti, a partire dagli intenti di tante società), l'innesto dell'algerino, munito di doppio passaporto francese, potrebbe trasformarsi in un'ipotesi non del tutto peregrina. La Lazio, dal canto suo, deve scaricare cartellini e ingaggi in quantità, per poter ripianare il bilancio, alla luce dei nuovi innesti (Hysaj e Felipe Anderson inclusi); certo, il grosso sarà rappresentato da quella che ormai appare la pressoché certa prossima cessione di Joaquìn Correa, ma a tante delle seconde linee attualmente agli ordini di Sarri, di cui fa appunto parte Fares, potrebbe essere mostrata la porta prima del tempo.

Una partenza imprevista, Aina ricollocato a destra (a meno che non sia proprio il nigeriano a lasciare - nuovamente - i ranghi granata), e una riapertura su Fares, pupillo di Vagnati? Difficile, ma non impossibile, come spiegato qui: https://www.torinogranata.it/primo-piano/toro-il-borsino-dei-laterali-a-sinistra-o-a-destra-qualcosa-cambiera-125151.


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