TUTTA la verità sulla trattativa Amauri-Roma
Fonte: Laromasiamonoi.it
Riguardo alle voci secondo le quali l'affare Amauri-Roma si sarebbe interrotto per "colpa" della questione societaria poco chiara, dovuta all'imminente passaggio di proprietà dalla Famiglia Sensi al magnate americano-ungherese George Soros, il manager del giocatore brasiliano attualmente in forza alla Juventus smentisce categoricamente quanto scritto da alcuni quotidiani questa mattina: "Smentisco categoricamente che la possibile cessione della Roma a George Soros abbia influito circa l'arrivo di Amauri alla Roma". Ecco come andò. "Noi eravamo felicissimi di poter trattare con la Roma – dice Vittorio Grimaldi a Laromasiamonoi.it -. La squadra giallorossa era per noi la prima scelta, anche perché io lavoro vicino Roma. Il giocatore sarebbe stato molto contento di vestire la casacca giallorossa. Io mi sono sentito con la Roma tre volte. Sia Spalletti, sia Pradè volevano fortissimamente il giocatore. La duttilità di Amauri è nota a tutti e loro avevano il problema di Totti.
Amauri avrebbe fatto la seconda punta quando sarebbe stato a disposizione Totti e la prima quando il capitano della Roma sarebbe mancato Noi in quel momento avevamo anche altre trattative in ballo: ho parlato con Chelsea, Milan, Real Madrid e Barcellona, proprio per capire quanto sarebbero stati disposti a sborsare per l'ingaggio del giocatore, con l'intenzione di chiedere la cifra media che mi era stata proposta da quei club alla Roma, ma non feci in tempo. Infatti mi chiamò il direttore sportivo Daniele Pradè dicendomi: "Non possiamo permetterci il calciatore perché il Palermo ha sparato una cifra troppo alta per le casse della Roma", ovvero quei famosi 25 milioni di euro". "Con il Chelsea il problema era legato al passaporto brasiliano, inoltre al giocatore è stata interessata per lungo tempo l'Inter. Per un anno e mezzo c'è stato un tirammolla con i nerazzurri. Mancini voleva Amauri, ma la società si oppose e preferì Suazo. Già allora si sapeva che c'erano dei dissapori tra Roberto Mancini e la società. La Juventus si inserì in un secondo momento. Ero a cena con i dirigenti del Milan per parlare dell'affare ed in quel momento arrivò la telefonata di Secco.
Tornando alla Roma, tengo a sottolineare che io sono rimasto in ottimi rapporti con la dirigenza giallorossa. E' una società che ha una gestione eccellente, che attinge benissimo dal settore giovanile, magari tutte le società di calcio fossero limpide con la Roma. Non si potevano permettere 25 milioni ed hanno lasciato perdere. La Roma è sempre concentrata sul bilancio, per questo giustamente è impossibilitata a comprare un certo tipo di giocatori. Ripeto è una società limpida, gestita in maniera ottima ed esemplare e per questo che gli faccio i complimenti. Pradè è un dirigente bravissimo".