A Superga in silenzio
Luigi Adriani
Io sto con le parole dette da Don Rabino. Lassù si prega , non si contesta. Il colle di Superga non è una piazza. Il colle di Superga è un luogo della memoria. Un amara memoria per i colori granata. Niente chiassate né voci urlate. Si sia rispettosi del luogo. Per uno come me che non ho approvato mai gli applausi in un luogo di culto figuriamoci se posso far passare grida e strepiti. Di cosa si è macchiato di così vergognoso il Presidente Cairo da doverglielo ricordare anche davanti alla lapide degli eroi? Forse perché in 5 anni non si è raggiunto il minimo della dignità sportiva che ci si attendeva? Ma andiamo!
E a prescindere comunque da tutto ciò non è accettabile che si esercitino intemperanze a Superga. Ci sono tempi e luoghi più opportuni per criticare e contestare. Semmai al Colle ci si dovrebbe andare per costruire unità e per venirsi incontro. Per un momento di alto sentimento di appartenenza. Chi vuole dividere sempre e comunque in un infinito gioco al massacro andrebbe isolato. Tutti siamo critici dell’operato di Cairo ma è fortemente lesivo e grave pensare che questo sia il frutto di una strategia e non magari di una incapacità iniziale condita da buonafede.
E impedire che il Presidente salga al Colle è un atto di prepotenza e di minaccia al tempo stesso. Nessuno di noi può e deve intercettare scelte partecipate al ricordo della memoria. Nessuno è depositario unico. Invece può e deve essere una occasione per un esame di coscienza silenzioso, rivolto al ricordo di quella immane tragedia e in un composto atteggiamento che possa favorire appunto tutta la nostra fede e vicinanza a quei cari ragazzi che fecero immortale Toro. E questo vale per tutti, nessuno escluso.