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A Torino è tornata la primavera

di Matteo Maero

Il Torino vince e convince. La squadra di Giampiero Ventura sta raggiungendo risultati inaspettati, sta divertendo i tifosi e c'è chi comincia a "sognare" qualcosa in più, senza esimersi dal dimostrarlo anche concretamente.

Di mattina, soprattutto prima dei miei corsi universitari, mi trovo a vagare per le vie centrali di Torino, tra camminate e tragitti in bus. Come è buona abitudine, tengo sempre la testa alta e osservo chi mi sta intorno, un po' per curiosità un po' perché per indole la testa bassa non la riesco a tenere. Così, come ogni buon osservatore che si rispetti, a volte si è testimoni di un avvenimento, una situazione.

Benché sia dicembre, la città sta fiorendo e ne sono fiero testimone. Tra il giallo e il rosso delle poche foglie ancora non cadute, trovano posto baffi, spicchi di granata, che si muovono senza temere il freddo e le intemperie come gli altri fiori. Sono cappelli, felpe, guanti, talvolta sciarpe legate al collo oppure alle tracolle, agli zaini. Mi arrivano contro, mi incrociano non due volte, ma dieci, cinquanta volte al giorno, in università o nelle vie. In città sembra di nuovo primavera, tanto sono sgargianti e sani questi fiori, i cui petali poggiano su "steli" che, fieramente, li mostrano con grande piacere.

Al di là della retorica, Torino è tornata a tingersi di granata. Il buon momento di gioco e risultati ha galvanizzato non solo i tifosi, ma un intera città. Come se servisse ancora una dimostrazione riguardo al fatto che il cuore della città è di un solo colore. I fiori parlano chiaro.


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