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Don Robella al Filadelfia: "Siamo come il Grande Torino, rialziamoci"

di Federico Danesi

Non la solita Santa Messa al Colle di Superga, ma nell'antistadio del Filadelfia. Il 4 maggio quest'anno è così, ma il cappellano del Toro don Riccardo Robella, ha rivolto lo stesso parole importanti a tutti collegando il ricordo degli Invincibili all'attuale situazione che sta vivendo il mondo: "!Ancora una volta c'è bisogno del Grande Torino, di qualcosa che riconnetta quel tessuto che si sta disperdendo. Chi può essere oggi il Grande Torino? Tocca a noi, uscire dalla solitudine e da quello sguardo di sospetto che ci ha allontanati. Siamo una cosa unica nella misura in cui ci ritroviamo uno. Che così che ci impedisce di riconoscerci un una cosa sola, in una maglia, Nei momenti di sofferenza è più forte quello che unisce di quello che separa. Abbiamo un dovere nei confronti della società, sapere che c'è qualcosa che ci unisce, che ci fa chiamare l'altro 'fratello'. Quanto volte siamo caduti, quante volte ci è capitato. Ma ci siamo sempre rialzati. Sostenere chi nella vita fa più fatica è un dovere".

E ancora: "Chi ha vissuto quella storia, chi ce l'ha raccontata, ci ha detto che noi non possiamo essere che quello. Noi siamo il Grande Torino, per fare quello che hanno fatto loro. Sono convinto che il prossimo 4 maggio, salendo al Colle, se faremo una domanda ai nostri eroi ci sentiremo rispondere 'Anche noi siamo fieri di voi'. Ma solo se sapremo rialzarci e dare l'esempio. Siamolo non per noi ma per gli altri. Coraggio!"

Alla fine, le note del 'Silenzio' e la benedizione al 'pennone' con i nomi del Grande Torino, letti da Andrea Belotti.


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