.

Don Robella, cappellano del Torino, e lo sguardo sul futuro: “Riprendiamoci la gioia, la nostra storia non è tragedia"

di Elena Rossin
Fonte: La Stampa
Don Riccardo Robella

Come già prima di lui il compianto don Aldo Rabino, anche don Riccardo Robella è tifoso del Toro ed è il cappellano della squadra granata e ieri nella liturgia della parola che si è svolta al Filadelfia nel giorno della commemorazione del Grande Torino ha detto parole toccanti e altre che vanno dritte alle questioni che attengono al mondo del Torino, come si legge su La Stampa. Tra le altre cose rivolgendosi ai giocatori ha detto: “Se Superga rappresenta la sofferenza, il Filadelfia è terra sacra, il luogo dove il tempo incontra l'eternità, è un privilegio allenarsi dove è stata scritta la storia. Amate questa maglia, la sua bellezza non la troverete da nessun'altra parte. E quando entrate in campo, toccate l'erba con una mano, lasciate che chi c'era prima entri dentro di voi”.

Don Robella ha anche dato una nuova sfumatura alla storia granata, che forse per certi aspetti è più in linea con i tempi e può essere più vicina al sentire di chi è più giovane: “Si parla tanto di Dna granata, ma il Dna è fatto a doppia elica. Per troppo tempo abbiamo misurato la nostra storia con la tragedia, ma ricordiamoci cos'eravamo prima: belli, grandi, incantavamo il mondo. Prima del lutto c'è stata tanta gioia, riprendiamocela. Torniamo ad essere un'unica cosa, poi raggiungeremo qualcosa di più grande. Ciò che quei ragazzi hanno creato è stato frutto di tanto sudore, di piccoli passi”.