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Garbarini a La Stampa: "Meroni 55 anni dopo io, ultimo a marcarlo tra dribbling e botte"

di Elena Rossin
Fonte: La Stampa
Gigi Meroni

Il terzino della Sampdoria Giorgio Garbarini e quel duello del 15 ottobre 1967, fu lui l’ultimo a marcare la “Farfalla granata”. E al quotidiano La Stampa ha raccontato quella partita: “Mancava poco all'inizio e Fulvio Bernardini assegnò le marcature: "Meroni è suo, faccia quel che può" mi disse. Dava del lei a tutti, anche ai più giovani. Erano tempi di numeri fissi, di controlli a uomo rigidi e semplici: il 3 sul 7, il 5 sul 9, il 2 sull'11… Però non era scontato che sarei stato io a marcare Meroni perché io della difesa ero un jolly: stopper quando Morini, militare, non otteneva il permesso e libero quando Vincenzi, anziano, rifiatava. Quel giorno ero terzino sinistro e Meroni correva su quel lato. Di quella partita ricordo tutto, come fosse ieri. Faceva freddo, anche se era una bella giornata. Ero un buon marcatore, ma non veloce, e fu durissima: una finta, poi l'altra, ogni volta pensavo d'averlo capito e invece continuava a fregarmi. I suoi cross erano manna per Combin, che segnò una tripletta. I nostri gol furono di Francesconi e di Vieri, il papà di Bobo. Commisi tanti falli, ma Gigi non fece una piega. Né cadute teatrali né proteste con l'arbitro. Lo picchiavi e non diceva una parola, riprendeva a giocare e non vedevi il pallone”. Poi poche ore dopo la notizia della morte di Gigi Meroni: “Nella notte, poco dopo essere rientrati a Genova. Squillò il telefono di casa ed era il massaggiatore, mi raccontò della tragedia e non riuscivo a crederci. Ripartimmo per Torino e andammo alla camera ardente nella sede granata: mi sembra di vederlo adesso, quel ragazzo pieno di vita immobile per sempre con la testa fasciata e la maglia del Toro”.