Il decennio granata in pillole, il 2018 - L'avvento di Mazzarri e le prime difficoltà da tecnico del Torino
A Cairo non era comunque piaciuta la brutta sconfitta per 3-0 a fine ottobre contro una Fiorentina già in forte declino, e attendeva al varco, lasciando Mihajlovic sul bordo del burrone fino al derby di inizio anno, perso contro la Juventus in Coppa Italia nei quarti di finale. Quel turno diventa il capolinea del serbo, cacciato malamente mettendo fine a quello che era un risentimento già vivo da un paio di mesi. Al suo posto arriva Walter Mazzarri, reduce da un’esperienza non particolarmente brillante con il Watford in Premier League. Il nuovo tecnico non richiede innesti sul mercato, poiché, a suo dire, non ancora in grado di poter analizzare nel dettaglio la rosa, ed il solo mese di gennaio, peraltro già cominciato, sempre secondo la sua tesi, non è sufficiente per tracciare un bilancio. Al suo arrivo l'Europa è ancora a meno di una gara di distanza. Le cose iniziano bene, con un rotondo 3-0 contro il Bologna ed il conseguente clean sheet. Non saranno comunque tutte rose e fiori, perché nonostante l'avvicendamento in panchina, come un anno prima l'Europa scapperà via presto, pur a seguito dei positivi ventinove punti conquistati, molti dei quali per merito di invenzioni di Adem Ljajic, calciatore che a Mazzarri, per ragioni tattiche, non è mai piaciuto.
Dopo sei mesi, le esigenze di Mazzarri sul mercato portano all'arrivo di Roberto Soriano, Simone Zaza, Ola Aina, Gleison Bremer, Koffi Djidji, Armando Izzo e Soualiho Meitè, a fronte delle pesanti partenze, tra gli altri, di Adem Ljajic, e Mbaye Niang. Comincia a vedersi una squadra allenata da Mazzarri, la retroguardia viene sistemata a dispetto, però, delle realizzazioni, che al contrario crollano miseramente nei numeri. L'inizio infelice è dovuto ad un calendario poco benevolo nei confronti dei granata, che porta ad affrontare Roma, Inter, Napoli ed Atalanta nelle prime sei giornate, ma anche il proseguo non rispecchia esattamente i normali canoni della continuità, portando il Toro a chiudere anno e andata a quota ventisette punti, con la conferma di una non esaltante nona posizione finale. Molti dei neo acquisti non hanno inciso come avrebbero dovuto (su tutti Soriano e Zaza), si sente l'assenza di un inventore del gioco, iniziano i primi malumori nei confronti del tecnico. La Coppa Italia va invece avanti facilmente con i successi quasi scontati contro le compagini di Serie C Cosenza (4-0) e Alto Adige (2-0).