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Il decennio granata in pillole, il 2019 - Mazzarri conquista l'Europa, poi via Petrachi e comincia il caos

di M. V.

A gennaio non arriva nessuno sul mercato, Urbano Cairo ha manifestato fiducia nel lavoro svolto da Walter Mazzarri che nonostante alcune uscite a vuoto e l'evidente difficoltà ad affrontare le piccole oltre ad un gioco votato più sulla rottura di quello avversario che sulla mera costruzione, riesce nell'impresa, nel momento più complicato della stagione con un calendario a dir poco sfavorevole, ad inanellare una serie di risultati importanti avvicinandosi addirittura alla zona Champions League, pareggiando pure il derby allo Stadium, defraudato di una vittoria solamente per una giocata di Cristiano Ronaldo nel finale. Alcuni incastri non vanno però come dovrebbero, ed il Toro si presenta alla penultima giornata consapevole di non poter più incanalarsi sulle rotaie che portano all'Europa League. In quella partita arriva il duro ko contro l'Empoli, ancora in lotta, inutilmente, per la salvezza, prima del successo finale contro la Lazio, che vale il raggiungimento dei trentasei punti nel girone di ritorno ed il record di punti complessivo del Toro da quando se ne assegnano tre per la vittoria. Meglio dei granata solo la sorprendente Atalanta (cinque punti), Juventus e Milan (un punto). La piacevole sorpresa arriverà poco dopo, perché il mancato rispetto del financial fair play da parte dei rossoneri regalerà un'altra qualificazione europea al Torino.

La nuova stagione, quella attuale, si apre con la fiducia in un gruppo compatto, forte e senza necessità di grosse modifiche. Si ritira Emiliano Moretti, l'unico vero cambiamento di rilievo, ma soprattutto va via il direttore sportivo Gianluca Petrachi, uno degli artefici della risalita del Toro, pizzicato a lavorare per la Roma molto prima di quando avrebbe dovuto, adducendo poi scuse ben poco credibili. Al suo posto c’è Massimo Bava, colui che invece ha risollevato dal baratro il vivaio. Le cose cominciano benissimo, in Europa League i granata superano agevolmente Debrecen e Shakhter Soligorsk, ma il sorteggio non è benevolo e associa gli inglesi del Wolverhampton, che vincono entrambi i confronti diretti (si scoprirà, poi, che i Wolves erano compagine di altro livello), ma un errore piuttosto banale di Nkoulou (per un periodo messo fuori rosa per “non esserci con la testa”) aprirà una falla non ancora rimarginata, rompendo un giocattolo perfetto nel reparto difensivo, coinvolgendo anche altri calciatori come Armando Izzo, non più confermatosi sui livelli di pochi mesi prima. In campionato il Toro parte benissimo, superando il Sassuolo e, a domicilio, l'Atalanta di Gasperini, ma sarà illusione. La squadra di Mazzarri si mostra ancora incapace di affrontare squadre di basso livello, perdendo tre sfide su tre contro chi, al momento di affrontare il Toro, si trovava all'ultimo posto. L'Europa si stacca non di poco, nonostante le defiance di Milan e Napoli, ed alcune frasi di Mazzarri generano un conflitto tutt'ora insanabile con l'ambiente. Cairo lo tiene ugualmente a bordo, mostrando una tolleranza senza eguali rispetto al passato, sorvolando pure sul ko nell'ultima partita in casa contro il fanalino di coda Spal. 

E il resto? La storia è ancora tutta scrivere, l'appuntamento è tra una decina di anni, nella speranza di poter parlare di un avvio di millennio sorprendente in positivo.


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