Il parere, gli errori granata nei vari settori
A chi imputare le responsabilità di un fallimento sportivo di simile portata? Perché di simile portata? Semplice, la squadra allestita per il campionato appena terminato era composta da buonissime individualità e più forte di quella che lo scorso anno perse la finale play-off con il Brescia.
Senza giri di parole si può affermare che le responsabilità negative vanno condivise con le seguenti percentuali:
CAIRO 45%: purtroppo non è più credibile dopo essere stato osannato ha fatto e disfatto compiendo scelte sempre sbagliate con la continua girandola di direttori sportivi e allenatori. Un presidente così che credibilità può avere sull’intera rosa dei giocatori? Quale presa possono avere gli eventuali discorsi interpersonali da lui tenuti e volti a stimolare i giocatori nel rendimento? Ne esce fuori un quadretto assai comico e tragico (per noi tifosi!) dove la Società Torino FC dimostra tutta la sua impalpabilità e approssimazione. Per il prossimo campionato, l’unica speranza, che può proiettarci verso una eventuale Serie A, risiede solo nell’ipotesi che squadra e allenatore diventino un tutt’uno, cioè una sorta di simbiosi granitica che possa imporsi nel gioco ed essere superiore alle bizzarre vicende societarie e all’impalpabilità presidenziale. Simili situazioni si sono verificate in passato. Bisogna sperare solo in questo oppure in un cambio societario … ma entriamo in una zona altamente minata e di difficile attuazione visto l’aria che tira anche a livello economico!
PETRACHI 20%: il mercato di gennaio è stato un fiasco totale perché ha portato sì degli elementi validi ma che mal si conciliavano con gli schemi e la tattica dell’allenatore. Budel per esempio (che ha fatto discretamente bene negli ultimi due anni sia a Parma che a Brescia), è un giocatore lento che non ama interdire e se lo si mette in un centrocampo a due è ovvio che la squadra mancherà di un equilibrio tattico tra i reparti, soprattutto nelle ripartenze delle squadre avversarie. Non a caso Lerda gli ha preferito De Vezze quando era in condizione. Non è stato provato il centrocampo a tre (se non in quel di Crotone) poiché i tempi non lo permettevano. Antenucci, per esempio, altro buon giocatore, ma inadatto come seconda punta. Sembra quasi che il direttore sportivo abbia condotto il mercato di gennaio in maniera arbitraria e questa è una grossa irresponsabilità pagata a caro prezzo. Senza dimenticare che la squadra era già incompleta a partire dal ritiro estivo in quel di Norcia.
LERDA 20%: non è riuscito a trasmettere gli equilibri tattici alla squadra nonostante avesse un parco giocatori di tutto rispetto. E’ partito con il 4-2-3-1 ma ci si è accorti molto dopo che un simile schema mal si adattava alle caratteristiche dei giocatori in rosa. Soprattutto nella fase di non possesso palla, dove tutti erano fermi, difficilmente c’era qualcuno che si faceva trovare libero nel ricevere la palla. I terzini o spingevano troppo ma non coprivano (con D’Ambrosio e Garofalo) oppure erano troppo preoccupati a difendere (con Rivalta e Zavagno) e non accompagnavano nelle sovrapposizioni le mezze punte di turno (Lazarevic, Pagano, Sgrigna, Gasarroni e Gabionetta); il risultato era che il pallone circolava per vie orizzontali e raramente per vie verticali o in profondità. Questi aspetti tattici un mister preparato come Lerda deve saperli leggere e correggere. Questa è la responsabilità più grave imputabile al mister.
GIOCATORI 15%: buoni giocatori quelli che il Toro aveva in rosa quest’anno. Però, se non hai una società forte alle spalle e un mister capace …. diventa difficile gestirli. L’unica responsabilità che può essere imputata ai giocatori è che hanno mancato di personalità e di carattere. Non si sono distinti per ardore o voglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo. La grinta, in molte partite, non si è proprio vista!
TIFOSI 0%: vincenti sotto tutti i punti di vista! Con il Padova erano presenti 20.000 spettatori che hanno sostenuto la squadra per 80 minuti (fino al secondo gol dei patavini). Siamo stati ricambiati da prestazioni spesso imbarazzanti e indecorose ai limiti della sopportazione sportiva. Nonostante tutto, abbiamo dimostrato, ancora una volta, che in serie A ci possiamo stare benissimo… se solo ci fosse un mecenate del calcio pronto a credere in noi!
Antonello Ciabattoni