In ricordo del Capitano dei Capitani
Bastano questi numeri per eleggerlo a calciatore più longevo della storia granata: 405 presenze in maglia granata, coronate da 39 gol, ha passato la sua vita calcistica al Torino dal '59 al '75, dove non lasciò per andare in un'altra squadra, ma semplicemente si ritirò. Non per niente il suo curriculum calcistico parla solo di Torino, con una breve parentesi al Varese, nella stagione '58/59, come si diceva all'epoca, a farsi le ossa. Poi solo Toro. Stiamo parlando del Capitano dei Capitani, ovvero Giorgio Ferrini, dove oggi si commemora la sua scomparsa avvenuta proprio l'8 novembre del '76, un anno dopo la conquista dello scudetto che, ironia della sorte, non riuscì a vincere sul campo per un anno appena. E se c'era uno che meritava di portare il tricolore sul petto, nel dopo Superga, questo sicuramente era lui. Ma Ferrini ovviamente c'era, come vice di Radice, dunque ha ancora assaporato la gioia di festeggiarlo prima che il Divino lo chiamasse a sè. Facendo un po' di retorica c'è da domandarsi perchè Dio l'ha chiamato a sè così presto, ma la risposta arriva subito, l'ha individuato come il miglior capitano che ci fosse per la sua fedeltà. Ferrini era arcigno ma generoso, silenzioso ma coraggioso, insieme a Meroni fu colui che seppe ridare lustro e passione ai colori granata del dopo Superga, senza togliere nulla agli altri e non perchè se ne siano andati troppo presto, ma perchè hanno rappresentato una leggenda in campo, prima di spegnersi. Un ricordo dovuto, come ogni anno, a chi meglio di tutti incarnò lo spirito Toro, quello del tremendismo e della forza di volontà. E solo con il ricordo lo si potrà far vivere in eterno, perchè lui c'è, da qualche parte c'è, e porta ancora la sua maglia granata, un po' rotta perchè un avversario ha tentato di fermarlo, ma non c'è riuscito.