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Lettere alla redazione, il calcio che vorrei

di Marina Beccuti


Buongiorno a tutti. Dopo la fine del grande cono d’ombra che regnava nel mondo calcio, ora siamo circondati da regole, che fanno si che questo meraviglioso spettacolo inizi ad essere “non più per pochi”, insomma un quadro molto chiaro, dove tutto è in movimento, ma nello stesso tempo il tutto è regolato da un orologio biologico o grande livella, dove tutti si riconoscono e dove chiunque può giocarsela facendo riaffiorare i segni di un’equità perduta. Naturalmente la UEFA ha avuto molto coraggio e di seguito la FGCI, ed in Europa a ruota tutte le altre federazioni si sono allineate alle nuove regole e strutture. Quali sono eccole: Si parte con un tetto massimo di fatturazione imposto alle società per evitare lucri e speculazioni. Un tetto massimo ad ingaggi e costi dei cartellini, tanto per disboscare tutta la cianfrusaglia dei procuratori. Questo contesto semplice e variegato ha portato tantissima euforia nel mondo del calcio, società dimenticate sono riemerse, i tifosi megalomani perché vincevano “ridimensionati”, mentre quelli delusi/abituati riprendono ossigeno, il tutto ha portato una nuova alba sul calcio. Così facendo la FGCI è riuscita ha crearsi un consenso enorme verso se stessa come non accadeva da tantissimo tempo a discapito dei giganti del calcio che la guardano ora con occhi indemoniati. È riuscita in barba al potere, ai procuratori, speculatori a girare la freccia esponenziale del percorso a senso unico nel quale era proiettato il calcio. Oggi sono i giocatori stessi i primi protagonisti di tale equilibrio, prima ammaliati dal denaro, prestigio e successo, cercavano sempre e comunque di calamitarsi verso i titani del calcio, ma con le nuove regole sembra che abbia prevalso la strada del cuore. Sono indirizzati a scegliere , proprio così con il cuore,dovuto ad un monte ingaggi con tetto massimo, quindi nello stesso momento ci possono essere più squadre che offrono lo stesso compenso ed il giocatore può scegliere tra esse e basta. Naturalmente costi del cartellino controllati e dimenticavo, questo cartellino dura esclusivamente un anno, la società non può avere il veto e quindi ogni anno è il professionista a scegliere se rimanere o andarsene, proprio come un affitto. Naturalmente queste cifre vengono poi ritoccate durante gli anni come un normale contratto di lavoro. Oggi un cartellino di un giocatore può costare massimo 10 mil. di euro mentre l’ingaggio massimo 2,5 mil. di euro e ogni anno alla sezione di mercato tutto è estremamente in movimento, naturalmente non tutte le squadre arrivano a certe cifre, ma la percentuale di chi se la gioca è aumentata vertiginosamente e il cuore la fa da padrone sul dio denaro. Il giocatore è inserito in un contesto di cuore e ragione è non più di portafoglio e vanità……. notare bene il campionato ha fatto un salto verso l’equità, risvegliando chi anche aveva in serbo un piccolo barlume di speranze e soddisfazioni nel poter vincere, società blasonate ritornate agli antichi fasti, facendo riflettere di splendore la nuova stella polare di questo calcio spento e facendo danzare i suoi concubini di un ballo mai sentito……. DRIN DRIN …TOC TOC TOC ……. Sveglia che sono le ottooooooo. O cavolo stavo sognando, ma quanto bello era questo sogno, vabbè torniamo alla nostra infernale realtà e lasciamo pure che ha tirare i fili di questo bellissimo sport sia il dio denaro insieme ai suoi discepoli. Ottimo avanti così. Ciao a tutti. Pubic72
 


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