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Lettere alla redazione. Marcia per il Fila, inondiamo le strade di Torino

di Marina Beccuti

Sabato mattina avevo un’ora di tempo libero.
Ho preso la bici per andare in biblioteca.
Quando ci arrivo trovo chiuso, perché l’apertura del sabato è alle 10:30. E sono solo le 9:30.
Che faccio? Ho la bici, la mattinata è gradevole, punto il mio mezzo verso Via Tunisi.
Inevitabile che all’incrocio con Via Filadelfia, la bici abbia uno scarto verso dx, direzione Campo Torino o come meglio conosciuto Stadio Filadelfia. Campo Torino? Stadio Filadelfia? A vederlo da fuori direi piuttosto Terra di tutti e di nessuno.
Lego la bici ad un paletto, mi insinuo in un pertugio, entro nel campo e prendo posto su uno dei gradoni rimasti. Rimasti alla distruzione. Distruzione?
Piccola parentesi: ma si distruggono così anni di gloria torinista e rivalsa nazionale?
Mi sono sempre chiesto, a livello sportivo, etico-morale, cosa possa pensare ed eventualmente giudicare un giornalista del Messaggero di Roma o un tifoso del Bologna, un lavoratore di Caserta, uno studente universitario di Bari o un pensionato di Gorizia, riguardo questa situazione. Probabilmente nulla, perché ad essere sincero nulla di tutto questo mi interesserebbe. Probabilmente ne sarei dispiaciuto, ma poi finito lì. Le cose che capitano agli altri sono degli altri. Succede così anche nella vita di tutti i giorni. Questa è una battaglia solo nostra. Al diavolo la rivalsa nazionale!!
Comunque, sono seduto qui e come sempre la prima sensazione che ricevo al Suo interno è di PACE, estrema pace. E di SILENZIO. Sì certo qualche rumore la città lo lascia entrare, ma rumore non è la parola corretta. Tanto l’atmosfera qui dentro risulta ovattata.
Ciò che sento è il gracchiare di qualche corvo, una serranda di un negozio che si apre, un’auto che passa veloce, una donna che sbatte il tappeto dal balcone. Per il resto solo PACE e SILENZIO. “Il tempo quando entra qui, si ferma un attimo e si toglie il cappello”. E sta in silenzio!
Quando “tagliavo” da scuola, venivo qua a vedere l’allenamento del Toro. Qualche volta ho anche visto la squadra Primavera giocarci il suo turno di campionato.
Ero ragazzino, la Storia del Torino non la conoscevo ancora. Sapevo però che quello era il mio posto. Qui stavo bene, ero a mio agio, tra tanta bella gente che amava, come me, la squadra del Torino.
Dal mio punto di osservazione, ora, guardo tutto l’insieme. E cerco di immaginare come fosse prima.
E subito una constatazione agghiacciante: non gli avevo mai fatto una foto. Troppe cose nella vita si danno per scontate!
Vecchio era vecchio! Però che bello era!! Che fascino, che storia!!!
Quante volte mi sono immaginato immerso in mezzo ai tifosi a vedere le gesta dei Campioni. E di quelli prima e di quelli dopo. Pensieri di ragazzino.
L’uomo oggi qui seduto non ha più pensieri fanciulleschi e spensierati.
Non l’avevo mai fatto prima, ma sabato, idealmente ho chiesto scusa al Presidente Marone Cinzano, al Presidente Novo, a Baloncieri, a Mazzola, a Marchetto e Gianmarinaro, a Ferrini, ad Agroppi e Pulici, a Giagnoni, Rocco e Radice, a Vatta e Rabitti, a Bertoneri ed Ermini, a Cuttone, Beruatto e Bonesso, a tutti coloro che avevano reso unico questo posto, impregnandosi della Storia e restituendocela tutte le domeniche allo stadio rendendoci fieri ed orgogliosi del senso di appartenenza.
Domenica un carissimo amico mi informa di una marcia in favore del Filadelfia.
Non ne sapevo niente. Non frequento i siti web del tifo e su quello ufficiale del Torino FC non se ne fa riferimento.
Piacevole stupore. Gli dico: “dai mi piace ‘sta cosa. Dopo aver marciato per uno scudetto, per una retrocessione, per un fallimento, contestato la volontà di cedere Meroni, trovati per la cancellazione delle ipoteche sul Filadelfia e chissà cosa altro, ci voleva una cosa per il Fila!!
Ma probabilmente mi sbagliavo, perché qualcosa nel tempo dobbiamo averlo fatto, ma non ricordo o non c'ero.
Guardo sul sito ufficiale dell’evento (http://www.inmarciaperilfila.com/) e sembrerebbe una cosa fatta e studiata bene. Anche la data mi sembra ok, visto che è l’ultima di campionato e il Torino gioca al Comunale alle 20:45.
Io però punterei di più il messaggio sull’aspetto nazionale, che non solo granata, perché non vorrei ci trovassimo soli a dover far valere le ragioni di un popolo.
Ora, per funzionare ottimamente, bisognerà inondare Torino con una fiumana incontenibile di entusiasmo, positività e senso civico.
Poi bisognerà riproporlo ancora, magari già per l’inizio del prossimo campionato, perché non resti fine a se stessa.
Poi ancora…..
In un mondo perfetto, sentimento, giustizia e riconoscenza avrebbero il sopravvento su violenza (qui intesa come psicologica) e potere.
Sono trascorsi 16 anni dalle ruspe. La ricostruzione è ancora lunga, se non illusoria a venire.
Vorrei non passassero altri 16 anni. Perché sennò dovremmo adeguarci a questo mondo!? Tutto sta a capire quanto l’universo del tifo granata sia ancora disposto a lottare e credere nella vittoria.
Che poi siamo sinceri. Venisse ricostruito quanti sarebbero contenti dell’opera e quanti la giudicherebbero male a tal punto da dire “ma pitost che custruilo parei a l’era mej tensi ‘l camp cume ca l’era” (scusate la scrittura). NOI siamo fatti così, belli e dannati. Ma allora si, sarebbe la FINE.

Arrivederci al 19 maggio 2013. Siamo tanti, DIMOSTRIAMOLO!! 

Un saluto granata
Gianluca Garelli


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