Lettere alla redazione, non sono triste
Non sono triste e non mi dispero. Siamo arrivati laddove nessuno, nessuno, pensava saremmo arrivati. Credo che il Toro, quest'anno, il suo scudetto lo abbia vinto: con i tifosi che tornano allo stadio, orgogliosi di tifare Toro; la bellissima sensazione di vedere quella parte sinistra della classifica; con la certezza di non essere battuti in partenza; con i ragazzini con in testa i cappellini e le felpe con i nostri colori; con aver (ri)generato nuovi beniamini ai quali timorosamente affezionarsi; con la consapevolezza che squadre milionarie invidiano i nostri giocatori; con la soddisfazione di aver visto partite nelle quali il Toro non ha giocato bene ma benissimo; con la piacevole sorpresa dei nostri allievi nelle categorie giovanili che hanno saputo anche loro ritagliarsi la loro vetrina. Onore ai nostri eroi e a ai loro condottieri. Onore a chi li sostiene sempre con affetto e lealtà. E dopo lo scudetto è necessaria una coppa: ossia un progetto. Le fondamenta ci sono, chiedo al presidente di non sprecare nulla, lasciare andare chi vuole andare, e di investire saggiamente come può (sperando di non farsi soffiare i giocatori ai quali si punta). Vorrei vedere dei giovani, giovani che vogliono il Toro, giovani che almeno, alla fine, abbiano il dubbio se andare o restare nonostante tutto e tutte (l€ altr€ squadr€). Ci serve consapevolezza e forza interiore. Vorrei solo poter di nuovo sognare, magari per qualche anno (ce lo meritiamo) e di non essere tristi in attesa di quel giorno in cui anche noi, ne sono certo, saremo felici. Anzi di più. Forza Ca(i)ro Vecchio Cuore Granata. PS Alessio sei grande. Grazie!
Luca