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Lettere alla redazione, pensieri sparsi sul futuro di Bianchi

di Marina Beccuti

In questi giorno ho ripensato spesso al twitt del Capitano che io (ma anche altri, credo) ho interpretato come un addio annunciato. Leggere poi le varie interviste di Cairo e Ventura  ha dato ulteriore conferma ai miei timori. Un addio non certo voluto ma imposto ed è cio’ che fa piu’ dispiacere. Il Capitano ha sempre dichiarato di sognare di giocare il derby con la maglia granata alla quale si è sinceramente affezionato, non ha mai detto di ambire a chissà quali traguardi, ma pur di mandarlo via si cercano tutte le motivazioni possibili. Bianchi ha cercato di adattarsi al modulo di Ventura: anziché ricevere cross, li faceva per i compagni, si smarcava in area e volutamente o no i compagni lo ignoravano e cercavano di non passargli la palla. Ha sopportato 13 panchine e pur sapendo che in una squadra non si ha il posto garantito (ma qualcuno l’ha avuto, eccome) non ha fatto la minima polemica e si è comportato da professionista e da Capitano dentro e fuori il campo, come sempre d’altra parte. L’ultimo sgarbo subito (non fargli giocare  nemmeno qualche minuto nella sua Bergamo) la dice lunga sulla poca stima e considerazione di cui ha goduto a tutti i livelli societari.
E’ davvero ingiusto un simile accanimento verso un giocatore che non sarà un fuoriclasse, ma per noi è davvero importante ed è un punto di riferimento per i tifosi. Ora Rolando cercherà, e sono sicura  troverà, fortuna altrove; al Torino arriveranno altri giocatori molto piu’ consoni al modulo, ma a tutti noi che lo abbiamo apprezzato, stimato e che gli abbiamo voluto bene rimarrà il rammarico e l’amarezza di aver perso un grande Uomo e uno dei migliori Capitani. Se poi la storia avrà un altro finale, vorrà dire che i sogni  a volte si realizzano. Comunque sia, GRAZIE CAPITANO, per questi sofferti e intensi 4 anni insieme.


Anna Fanciotto


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