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Lettere alla redazione: Sansone, diamo spazio alla fantasia

di Marina Beccuti

Da ragazzino avevo un mito: Pato Aguilera. Ero solo un bambino e la cosa che più mi entusiasmava era vedere un calciatore che all'improvviso, anziché proseguire "logicamente" un'azione, abbassava la testa sul pallone e provava a rompere gli schemi, magari con qualche giocata rischiosissima. Poi, crescendo, ho iniziato a comprendere l'importanza del gioco collettivo della squadra, della tattica, degli schemi. Ed è un mondo affascinante, certo, ma che non può rappresentare tutto, nemmeno in questo fantomatico calcio moderno.
Negli ultimi anni di fantasisti al Toro ce ne sono stati ben pochi. Dico fantasisti, ma potrei anche limitarmi a dire giocatori con i piedi buoni e con qualche intuizione in più. A me piaceva molto Gasbarroni (tutto da contestualizzare col periodo storico granata) poi, come ben sappiamo, per decisioni societarie sicuramente ragionevolissime, è stato mandato via. Quest'estate sono stato davvero felice quando hanno annunciato l'arrivo di Sansone. Un ragazzo che dalle interviste sembra molto umile, sconosciuto e volenteroso, perfetto per il Toro operaio. E ora, ancora, si parla di cessione. Ho molta stima di Ventura e non voglio certo rientrare nella mandria di quei tifosi chiassosi e onnipolemici che criticano tutti a prescindere, e comprendo benissimo i suoi discorsi sull'importanza del collettivo. Però, per una volta, non possiamo lasciare un piccolo spazio alla fantasia? Siamo così sicuri che una giocata all'ultimo passaggio comprometta settimane di allenamenti e di schemi?


E' da lì che passano le vittorie? Non credo proprio. E il nostro campionato di quest'anno lo sta dimostrando. Mi sbaglierò, sono solo un tifoso e tutto quello che posso fare è scrivere qualche riga da bar sport e affidarmi alle scelte tecniche dell'allenatore. Però queste righe voglio scriverle. Perché credo che sarebbe bello e soprattutto utile vedere quel 24 in campo la domenica. Per il sorriso di Sansone, perché sarò anche il solito nauseabondo nostalgico tifoso granata, ma a me quel sorriso fa venire in mente Aguilera.

Maurizio


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