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Ma quando il Museo del Toro si trasferirà al Filadelfia? E serve anche un maggiore coinvolgimento del Torino Fc

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Museo del Toro

Il Museo del Toro è a Villa Claretta Assandri a Grugliasco comune dell’hinterland di Torino dal 4 maggio 2008 e prima era a Superga, ma come da Statuto della Fondazione Filadelfia nell’ambito della ricostruzione dell’impianto, che fu la casa del Grande Torino e di molte altre squadre granata fino alla dismissione e alla demolizione che iniziò il 18 luglio del 1997 e alla seguente non completata ricostruzione con inaugurazione della parte sportiva risalente al 25 maggio 2017, il Museo deve essere collocato al Filadelfia ed è già previsto lo spazio che dà su via giordano Bruno..

Ma quando il Museo del Toro, che è nato ed è gestito da tifosi volontari, si trasferirà al Filadelfia? L’auspicio è nel 2026, in particolare il 3 dicembre giorno in cui ricorrerà il 120esimo anniversario della fondazione del club granata. La data è realistica? Ieri nella conferenza stampa della Fondazione Filadelfia (ente che ha un consiglio d’amministrazione composto dal presidente Luca Asvisio, dal vice Mauro Caliendo, dal segretario generale Roberto Bertasio, e dai consiglieri Domenico Beccaria, Angelo Cereser e Giuseppe Ferrauto, e dai revisori dei conti Massimo Boidi, Giovanni Aragona e Carlo Durando e da Renato Zaccarelli, che è il presidente del Collegio dei Fondatori) ha fatto il punto della situazione. Come ha detto Asvisio i conti della Fondazione sono floridi e si cerca di coinvolgere altri soggetti: “Nelle casse della Fondazione ci sono 1,5 milioni di euro frutto  degli incassi dell’affitto al Torino Fc dell’impianto per gli allenamenti della prima squadra che all’anno permette di introitare un po’ più di 200 mila euro. Per la progettazione dell’area museale serviranno però 5-6 mln e infatti abbiamo già avviato i contatti con le fondazioni bancarie Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt che si sono date disponibili a collaborare e anche con il Credito Sportivo per un eventuale mutuo”. E ha aggiunto che: “Chiunque volesse partecipare al progetto finanziandolo è il benvenuto”. Ma sono stati fatti anche altri passi in avanti perché “Abbiamo conferito  - ha annunciato il presidente - all'architetto Bo l'incarico di effettuare la progettazione preliminare per i lavori in modo da stabilire il costo complessivo . Bertasio ha poi indicato una tempistica: “Ci vorrà un anno per portare a termine la progettazione preliminare ed espletare tutto l’iter burocratico e due per realizzare l’edificio” quindi si arriverebbe al 2026, ma è evidente che a monte occorre reperire tutto il denaro che servirà altrimenti tutto resta solo ipotetico.

Dalla conferenza stampa è emerso anche che serve un maggiore coinvolgimento del Torino Fc.  E a tal proposito Domenico Beccaria ha detto: “Dividiamo in due la faccenda: il contenitore e il contenuto, che in questo momento è a Villa Claretta ma non vede l’ora di essere impacchettato e trasferito al Filadelfia. Per il contenitore, come abbiamo sentito, ci sono delle tempistiche burocratiche e operative perché ci vuole un anno per espletare la parte preliminare e almeno un paio d’anni per la realizzazione vera e propria. La ricerca dei contenuti economici può procedere di pari passo con l’aspetto burocratico e di conseguenza possiamo veramente ipotizzare il 2026, magari proprio il 3 dicembre così abbiamo tutto l’anno a disposizione per  lavorare e così festeggiamo il 120esimo compleanno nel modo migliore. Da parte nostra (Associazione Memoria Storica Granata alla quale appartengono i volontari del Museo del Toro, ndr) siamo prontissimi e non vediamo l’ora di trasferirci. Abbiamo tante cose al Museo che in questo momento non sono esposte e che troveranno una degna collocazione nel contenitore nuovo, ma l’importante poi sarà trovare una quadra perché mentre adesso il Museo è gestito esclusivamente dalle risorse gratuite e volontarie dei tifosi non possiamo pensare di continuare n questo modo e quindi ci vuole il coinvolgimento da parte del Torino Fc. Dovremmo trovare una soluzione soddisfacente per tutti che consenta di allestire la cosa migliore possibile perché io credo che al di là di tutto quello che sono le diversità tra il Torino e i tifosi, con differenze di opinioni e posizioni che nascono dal fatto che proveniamo da due direzioni diverse, bisogna trovare un punto d’incontro. Ciò detto, abbiamo sicuramente tutti e due, sia noi sia il Torino, di collaborare e fare la cosa migliore possibile per rendere onore alla storia di una squadra che ha una storia unica nel panorama calcistico mondiale e di conseguenza proprio per rendere onore a tutte queste persone Grande Torino, Meroni, Ferrini hanno dato il meglio di loro stessi per il Toro è giusto che noi si faccia tutto il possibile per fare la cosa migliore”. Naturale quindi che sia stata posta la domanda sia Beccaria sia a Ferrauto, il rappresentante nel CdA del Torino Fc, se tra le due parti si è già iniziato a parlare della gestione congiunta del Museo quando sarà al Filadelfia. Ferrauto ha risposto: “Non  se n’è parlato e comunque questo è un discorso da fare successivamente”. E Beccaria ha detto: “Diciamo che è un auspicio, nel senso ce credo sia logico che il Torino Fc si interessi a questo, ma ovviamente a dispetto dei santi non si fa nulla. Noi  siamo ben felici di interloquire per trovare una soluzione, ma se in extrema ratio non si volesse interloquire o non si trovasse una soluzione andremo avanti da soli”.


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