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Successo di pubblico granata al Festival Nazionale Luigi Pirandello

di Marina Beccuti

Lo vedo bene, lo vedo bene, come voi vorreste che fosse una donna! Ecco: come l’avete ridotta: una mostruosa vergogna. Il vostro stesso vizio, e niente altro! Tant’è vero che ora crede, nella sua inaudita impudenza, anche di poter fare a meno di voi! Oh, non sbalordisca a sentirmi parlare così! Non sono mica una santa di quelle che fingono di non saper nulla, io! Sono così, appunto perché so. E Dio m’è testimone di quanto m’è costato di schifo e d’orrore saperlo e vederlo e supporlo tutti i giorni negli occhi e nei modi delle donne! Oh Dio, anche delle vecchie! Avevano una faccia, Dio, che poteva esprimere tutto, la gioia se la sentivano, il dolore se lo sentivano, la maraviglia d’esser vive: se ne sono fatte una maschera dove è dipinta solo una cosa, la più laida: il vizio, l’oscenità! E lei vorrebbe che fosse così la sua donna?

Questo è quanto Marta (Ivana Cravero) getta in faccia a Venzi (Andrea Fazzari) al culmine del secondo atto. Soli, nella penombra delle luci sapientemente create da Riccardo Topazio, semisdraiati sulla scala, frutto della maestria di Carmelo Giammello, i due si parlano in un turbinio di emozioni, dalla passione dell’uomo ormai chiara, alla durezza della donna che rivela al pubblico la sua integrità morale. Pirandello vuole che Marta finalmente riveli la sua vera natura. Apparentemente frivola, profondamente consapevole della difficoltà della condizione femminile nella gestione di un ruolo sociale che la vuole finta. Fingere di essere quello che non è per poter essere accettata e rispettata.
Di fronte ad un pubblico attento e partecipe, ieri sera si è aperto il Festival Nazionale Luigi Pirandello. Né l’orario – le 19 come si usa all’estero - né la temperatura tropicale – intorno ai 35° fuori ma in teatro un fresco soave - hanno impedito una partecipazione numerosa al Teatro Gobetti di Torino. Una sophisticated comedy dove tensione emotiva e passionale, fraseggio attento e puntuale al limite della perfezione, rappresentano il cliché stilistico voluto da Giulio Graglia, il regista dell’opera e direttore artistico del festival; ed è ciò che è stato messo in pratica dai suoi attori: oltre a Cravero e Fazzari, ricordiamo gli altrettanto bravi: Valentina Bartolo, Diego Iannaccone e Marlen Pizzo. Tutti proiettati ad eseguire le indicazioni registiche: dalla colonna sonora di “Metti una sera a cena” a Francoise Hardy con Tous les garcons et les filles de mon age, nulla è stato lasciato al caso. La borghese Marta appare in scena scendendo leggiadramente la scala, sulle note di Ennio Morricone e chiude lo spettacolo, sulla scala, sottolineando la sua ferrea volontà di giovane donna di volere rimanere sola proprio come Hardy canta: “oui mais moi je vais seule car personne ne m’aime. “Non giudichiamo dalle apparenze, leggiamo le azioni di Marta nel modo giusto e magari, perché no, mettiamola in discussione ma non condanniamola, perché condanneremmo noi stessi. Allontaniamoci eventualmente dal suo perbenismo per avvicinarci alla sua solitudine” queste i suggerimenti di Sabrina Gonzatto (curatrice del testo che è stato scelto e adattato per l’occasione alle esigenze della regia) rivolte agli attori e al pubblico. L’immagine degli attori è stata curata da Franco Curletto, costumi Claudine Vincent.


Si prosegue con le repliche: martedì 13, mercoledì 14 e giovedì 15 luglio a Torino, ore 19 al Teatro Gobetti, il 24 luglio; a chiusura del festival presso il Palafeste di Coazze, alle 21. Sono ancora disponibili dei biglietti. Per prenotazioni: 331-9398534, oppure direttamente a teatro, a partire dalle ore 18.



A cura dell’ufficio stampa del Festival Nazionale Luigi Pirandello


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