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Toro-Milan, l'unico ex della gara è Abate. Che in maglia granata esplose

di Claudio Colla

Tra i tanti, consueti incroci di mercato futuribili, plausibili o meno, c'è poco, al momento, del recente passato di Toro e Milan nelle reciproche rose: nessun ex-rossonero tra gli uomini a disposizione di Mazzarri, il solo Ignazio Abate nella truppa di Gattuso. Il 32enne figlio d'arte, tra i veterani di un decennio contrassegnato per il Milan, da tante ombre, pur tra qualche luce (come lo Scudetto 2010/11, targato Allegri-Ibrahimovic, ultimo prima del pantagruelico ciclo Juve, tuttora in corso), disputò una sola stagione in maglia Toro, ancorché importante per la sua crescita come calciatore. Dopo essersi fatto le ossa l'anno prima a Empoli, Abate, approdato in granata con la formula del prestito secco, non partiva nemmeno con i gradi da titolare (il giocatore di riferimento per la fascia destra era Aimo Diana, allora nel giro della Nazionale maggiore); tante prestazioni positive, peraltro in uno scenario di devastazione&decadenza, tra vorticosi cambi alla guida tecnica (da De Biasi a Novellino, da Novellino a Camolese), e tante prestazioni stagionali a dir poco deludenti (da Rosina ad Amoruso, da Barone a Rubin, passando per Stellone e Gasbarroni), lo fecero ampiamente assurgere tra i migliori granata del campionato; tra i pochi a "reggere la baracca", insieme al portiere Sereni, a Cesarone Natali, alla sorpresa Dzemaili, e, in parte, a Rolando Bianchi. Decretandone peraltro anche l'evoluzione tattica, da esterno offensivo ad all-rounder della fascia destra, caratteristica che lo portò poi ad affermarsi soprattutto come laterale difensivo, prima al Milan, poi nella Nazionale di Prandelli, con cui conquistò, da protagonista, un argento agli Europei del 2012. Una carriera magari non esattamente da star, ma da giocatore che negli annali del calcio sarà ricordato, come minimo, per costanza, dedizione, e solidità.


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