ToroMio, hai visto mai...
di Sabrina Gonzatto
Ospiti d’eccezione, aderenti al progetto, giornalisti della carta stampata e del web, questo il parterre che lo scorso 28 settembre ha assistito alla conferenza stampa del progetto Toromio. Nonostante la concomitanza con un’altra conferenza stampa - capita quando le iniziative sono tante e interessanti e Torino è fucina di avvenimenti sportivi d’eccezione – la sala, messa a disposizione dall’Hotel Genio, era gremita. Nei 90 minuti di esposizione - il tempo di una partita di calcio – il pubblico ha potuto constatare, grazie al presidente e ai due vicepresidenti, che il Torino FC potrebbe avere un valido assist nel progetto di azionariato reale che Toromio (www.toromio.it) persegue. Con un occhio vigile al panorama europeo e con un esame approfondito del sistema giuridico – il gruppo ha al suo interno, oltre all’avvocato Massimiliano Romiti, altri valenti esperti forensi – Toromio – fondato da Luciano Cavagnero che ricopre anche la carica di presidente – si presenta agli occhi del mondo come un esempio di azionariato reale che intende mantenere ciò che promette. L’entusiasmo dei protagonisti è fortemente supportato da una logica organizzata che attraverso le parole di Romiti vicepresidente insieme a Guido Regis, e Cavagnero, assume i toni di un progetto che ha tutte le prerogative per volare in alto. La conferenza stampa non è stata solamente una presentazione, Lukas Plattner, giunto appositamente da Milano, ha dimostrato che Toromio è costituito da aderenti sparsi su tutto il territorio italiano, a prova che le sorti del Toro, superano i confini cittadini. Anzi, si potrebbe addirittura dire che fuori città c’è un’aspettativa maggiore. Attraverso la diretta di Toro News, Pierpaolo Pesce, che fa parte del direttivo, ha potuto seguire passo dopo passo la presentazione dalla sua casa romana, come altri, che magari impossibilitati a spostarsi per motivi di lavoro, si sono uniti, almeno virtualmente, agli amici torinesi. Un altro importante giornale web, Torinogranata, rappresentato da Marina Beccuti, ha dato ampio spazio all’iniziativa sia prima che dopo la presentazione. C’è molto lavoro da fare, soprattutto a livello mediatico, riconoscono i protagonisti, sorseggiando un bicchiere di vino bianco dopo il brindisi beneaugurante. Sì, decine e decine di iniziative pro-Toro cadute poi nell’oblio, hanno accentuato la diffidenza dei media nei confronti di coloro che si presentano come i “salvatori della patria”. Non è questo il caso. Nessuno intende salvare nessuno. Toromio si propone come un assist che lavora accanto alla presidenza, una rappresentativa di tifosi che finalmente può avere una voce in capitolo nelle decisioni societarie, un gruppo di imprenditori che non intende farsi pubblicità attraverso la squadra ma che è disposto, grazie alla “promessa”, ad investire in progetti per il Toro e per Torino. Tutti coloro che pensano che per investire nel calcio sia necessario muovere forti capitali, dovrà nel tempo, ritornare sui propri passi e forse cambiare idea. Oltre al denaro, ci vuole anche la passione. La stessa che portò, nel 1963, Orfeo Pianelli ad acquistare il Toro, creando – come ha sottolineato Massimiliano Romiti – una casa per il Toro, quella palazzina di Corso Vittorio Emanuele, diventata mitica nell’immaginario collettivo. Valter Pianelli -il nipote, figlio di Cesare, fratello di Orfeo – dopo aver seguito con attenzione tutta la conferenza, ha ribadito il concetto: senza una casa non si può progettare nulla, i tifosi granata sentono profondamente questa esigenza. C’è anche questo nei progetti di Toromio, una casa, magari simbolica, che possa racchiudere, altre attività sportive, un luogo di aggregazione per le famiglie dove la memoria si sposa con il presente, dove i giovani, forti della storia granata, possano essere messi nella condizione di costruire un futuro degno del Toro e della città. L’iniziativa sta già dando i primi frutti, tra gli ospiti, un imprenditore si è reso disponibile a raccogliere proseliti in giro per l’Italia. Il filo d’erba, quell’immagine meravigliosa presa a prestito da Walt Whitman, sta crescendo e trova accanto a sé, altri fili d’erba, non è ancora un prato, ma presto lo diventerà.