Tripudio alla presentazione del libro di Don Aldo Rabino. Presenti Mondonico, Bianchi e Brighi
Circa trecento persone hanno accolto Don Aldo Rabino ed i suoi ospiti alla presentazione del libro: "Il mio Toro la mia missione", edito da Priuli & Verlucca, scritto con Beppe Gandolfo di Canale 5, inutile dire tifoso granata, con la prefazione, firmata, di Paolo Pulici. Tanta gente che non ha trovato nemmeno spazio nella sala dello Sporting Club di C. Agnelli, 45, costretta a seguire l'evento da una stanza limitrofa. Si ricorda che tutti i proventi del libro andranno a favore dei bambini brasiliani che Don Aldo cura in Brasile, uno dei tanti amori delle tre vite del padre spirituale granata, come ama definirsi ("non mi piace il termine cappellano", ha precisato il don). Infatti il libro racconta la sua vita, da piccolo, orfano di padre, cresciuto dal fratello Gianni, mancato da poco, poi la scoperta della fede e del Brasile con tutte le sue problematiche e infine quando nel '71 ha cominciato ad occuparsi della vita spirituale della squadra granata. Presenti tanti suoi ex ragazzi, come Cereser, Puja, Claudio Sala, Zaccarelli (come al solito riservato ed in disparte), Salvadori e così via, per arrivare all'ex presidente Aghemo, all'avvocato Nizzola e a Carla Maroso. Lo special guest però è stato Emiliano Mondonico, amatissimo dal popolo granata, proprio perchè incarna il vero spirito Toro. Il Mondo sta bene, anche lui ha vinto la sua battaglia personale contro la malattia e, anticipanbo il suo intervento, ha detto: "Rileggere quello che si è fatto a volte fa bene".
Comi di Don Aldo ha detto: "E' un esempio di correttezza e coerenza, un visionario che vede le cose prima degli altri perchè è un leader in quanto ha insegnato molto a tutti noi".
Rolando Bianchi, sul cui capo pende il rinnovo contrattuale, sta bene in questo mondo granata, che commemora il passato ma in lui ha trovato il giocatore su cui costruire il presente ed il futuro, non solo in campo, ma anche fuori. L'ha detto Fossati nel suo breve intervento: "Rolando Bianchi incarna il giocatore granata moderno". Preso d'assalto dai bimbi presenti ed intento a firmare libri, sciarpe, magliette e così via, Rolandinho ha detto: "In cinque anni che sono qui non ho assistito a molte messe del don, ma l'ho conosciuto come punto di riferimento per tutti. Da parte mia spero di trasmettere una piccola parte di quello che hanno fatto i campioni del passato". Il capitano granata ha poi cominciato a leggere il libro, mostrandosi molto interessato al racconto.
Don Aldo Rabino ha poi concluso l'evento, condotto da un altro guru dei giornalisti piemontesi, Gianni Romeo, ricordando che: "Il Toro per capirlo devi esserne parte, starci dentro, aver voglia di stare insieme, questi sono aspetti che danno forza, come far sentire l'affetto nel momento del bisogno (e qui è parso rivolgersi a Bianchi, come a far capire che i tifosi devono fargli sentire tutta la loro vicinanza, ndr). Bisogna dare dei messaggi positivi in questo periodo difficile con tante incertezze". Don Aldo ha poi detto chiaramente che il giocatore che l'ha colpito di più è stato Leo Junior, con il quale ha potuto condividere la passione per il Brasile. Rabino ha voluto anche ricordare Gigi Radice, che avrebbe voluto anch'egli presente, ma motivi di salute gli impediscono di presenziare agli eventi granata.
Mondonico infine ha parlato della situazione attuale del Torino: "Credo che possa stare nella parte sinistra della classifica, ma soprattutto va ricostruito il Fila, la cosa più importante da fare". E qui è partito l'applauso più forte.