Zanetti: “Ho accettato l’invito perché volevo vedere tutto ciò che offre il Museo del Toro”
Fonte: Elena Rossin
Se qualcuno si chiedesse perché il Museo del Toro ha deciso d’intitolare una mostra a Javier Zanetti, “Javier Zanetti, una vita da Capitano”, dovrebbe bastare ricordare che grande campione è stato il giocatore e per anni capitano dell’Inter, ma un grande campione è prima di tutto un grande uomo e Zanetti lo è sempre stato sia in campo sia fuori. Quanto sia un uomo con la “U” maiuscola lo prova l’educazione e la sensibilità nei confronti di tutti e in particolare di chi è in difficoltà e la sua fondazione P.U.P.I ne è una delle tante testimonianze, onlus creata nel 2001 con l'obiettivo di operare nel settore della protezione integrale dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Anche nei confronti del Museo del Toro Zanetti non è la prima volta che risponde presente a un’iniziativa e come al solito lo ha fatto con grandissima disponibilità, per intenderci, era atteso questa mattina intorno alle dieci e lui è arrivato guidando personalmente la macchina e in compagnia di un amico alle nove e trentacinque. L’arrivare in anticipo a un evento per un personaggio di grande fama non è cosa che si verifica spesso, anzi.
Zanetti ha parlato ai presenti usando frasi veramente sentite: “Buongiorno a tutti, sinceramente per me è un onore essere qui, un posto pieno di grandi emozioni. Quando giocavo ho avuto la fortuna di arrivare in una grande società com’è l’Inter e quando ho indossato la fascia di capitano ricordando il Grande Torino mi sono sentito veramente molto orgoglioso perché sapevo di questa grandissima società e dei suoi tifosi. Il Grande Torino nel Mondo verrà sempre ricordato per quello che era, per come interpretava il calcio e per i valori che trasmetteva. Ho avuto la fortuna di conoscere Sandro Mazzola e Giacinto Facchetti che mi raccontavano sia della Grande Inter sia del Grande Torino. Solo il calcio dà queste passioni e queste emozioni ed è questo ciò che rimane e rimarrà per sempre. Il Torino ha fatto la storia non solo del calcio italiano, ma anche di quello mondiale e il Grande Torino sarà sempre ricordato così. Vi ringrazio per l’accoglienza, per l’amore, per l’affetto e quando Enrichetti mi ha detto di questo invito ho accettai subito perché volevo venire per vedere da vicino tutto ciò che offre questo Museo e che mi fa ricordare tutto quello che il calcio mi ha dato e, soprattutto, quelli che hanno fatto la Storia di questo bellissimo sport che per me è stato fondamentale e sicuramente sarà sempre parte della mia vita per tutto ciò che rappresenta e per come lo interpretavo io con grandissima passione. Ma la cosa più importante è che il calcio senza i tifosi non esisterebbe e per questo vi ringrazio”. Terminato il discorso Zanetti ha visitato la mostra a lui dedicata e visto alcune parti del Museo e poi, come aveva già fatto appena arrivato, si è intrattenuto con i tantissimi tifosi nerazzurri e granata per autografi e fotografie prima di raggiungere lo stadio per la partita fra Torino e Inter.
L’inaugurazione della mostra è stata presentata da Silva Vada, giornalista di Mediaset e tifosa granata, ed erano presenti anche i giocatori dell’ultimo scudetto del Toro Luciano Castellini, il mitico “Giaguaro”, e Patrizio Sala e Salvatore Vullo, che arrivò nel 1978. Alla cerimonia hanno partecipato anche Roberto Montà, sindaco di Grugliasco (comune dell’hinterland di Torino che ospita la sede del Museo), Gabriella Boria, assessore allo sport del comune di Grugliasco, il presidente della Memoria storica Granata, Domenico Beccaria, il direttore del Museo, Giampaolo Muliari, Federico Enrichetti, collaboratore della Fondazione P.U.P.I, Maria Rosa Mascheroni, presidente Unione Club Granata, e Aldo Altobelli e Luigi Pedone, dell’Inter club Torino in rappresentanza di tutti gli Inter club.
La mostra fa parte di un’iniziativa avviata lo scorso anno con la mostra dedicata a Gigi Riva volta a rendere omaggio a giocatori non granata che hanno scritto le pagine più belle del calcio italiano e mondiale con l’intento di far comprendere a tutti i tifosi che lo sport serve ad affratellare e non a dividere o creare odio e violenza.
La mostra resterà allestita fino a domenica 6 maggio compresa e sarà visitabile gratuitamente presso le Sale della Memoria poste al piano terra del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata. Il Museo del Toro è visitabile anche nella sua parte espositiva permanente il sabato dalle 14 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 19, con ultimo ingresso alle 17,30 entrambi i giorni. Il Museo resta a disposizione per organizzare visite per gruppi anche fuori orario apertura, dal lunedì al venerdì, ma solo su prenotazione. Per contatti: info@museodeltoro.it. L’ingresso al Museo costa 5 euro, gratuito fino ai 12 anni o per i possessori della Tessera Musei Torino e Piemonte, e la visita è accompagnata da volontari del Museo che spiegano con dovizia di particolari e passione la Storia del Toro e dei suoi campioni; la visita dura circa un’ora e mezza.