Aleksey Miranchuk, non chiamatelo meteora. Voluto da Juric a (quasi) tutti i costi ma rimasto a Bergamo
Fonte: TuttoMercatoWeb
Galleggiare tra l'essere considerato una meteora e quello scatto per diventare importante. Aleksey Miranchuk è oramai da quattro stagioni in Serie A, eppure sembra sempre un talento incompreso. Alle volte danza sul pallone, come poteva fare chi lo ha anticipato nel ruolo - cioè Josip Ilicic, reintegrato al Maribor nella giornata di ieri - altre si incupisce, perde sicurezza, non trova l'orientamento, proprio come Ilicic ai tempi della Fiorentina. Mai titolare indiscusso a Bergamo, dove ha segnato sei gol in due stagioni con tanti spezzoni e pochissimi undici di partenza, quattro gol al Torino, dove ha stregato il tecnico Ivan Juric, tanto da farglielo citare ogni volta in conferenza stampa come paradigma tra le due stagioni. "Ci manca la sua qualità".
E ne avrebbe da vendere, Miranchuk, di qualità. Ha però anche il passo di chi sa di essere forte ma indolente. Forse nessuno è riuscito a toccare i tasti giusti, ma quando era alla Lokomotiv Mosca sembrava il futuro del calcio russo. Come altri del resto, da quel Mondiale di quattro anni fa. Ha fatto una parabola molto simile a quella di Golovin che solamente alla quinta stagione in Francia è riuscito a levarsi da dosso un'etichetta da eterno incompiuto. Ha un anno in meno rispetto all'atalantino ma ha impiegato molto per, finalmente, diventare fondamentale.
Ora le gerarchie in casa Atalanta sono abbastanza nette. Miranchuk parte dietro, anche a causa di un'estate un po' altalenante. Non aveva ottenuto l'idoneità per qualche settimana a causa di qualche problemino fisico, è entrato - benino a dire il vero - con Fiorentina, Hellas Verona e Rakow. Può essere un'arma importante, se recuperato del tutto. A patto che si tolga l'indolenza che ha addosso. Oggi Aleksey Miranchuk compie 28 anni.