Atalanta, Gasperini: “Giocata la semifinale di Coppa Italia saremo più attenti, concentrati e anche più competitivi”
Fonte: Elena Rossin
L’allenatore dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, in conferenza stampa ha commentato la sconfitta con il Torino. Ecco che cosa ha detto, anche in relazione all'esordio in serie A di Millico:
Siete partiti bene e poi siete calati. Quanto l'assenza del Papu Gomez e il pensiero della partita di Coppa Italia di mercoledì prossimo hanno inciso sulla vostra prestazione con il Torino?
“Abbiamo fatto una buona prestazione nel primo tempo e purtroppo ci siamo trovati in svantaggio nel finale, è un momento in cui stiamo prendendo gol molto evitabili, e questo chiaramente ci ha messo in difficoltà e poi dopo due minuti dall'inizio del secondo tempo il due a zero in una partita che fino a quel momento non giustificava un risultato di svantaggio, ma il calcio è fatto così. Probabilmente non abbiamo avuto l'energia per raddrizzare la partita anche se abbiamo giocato fino alla fine per farlo. Su questo sì ha pesato l'idea della partita con la Fiorentina di Coppa Italia di mercoledì. Dobbiamo accettare questo momento nel quale abbiamo un po' di defezioni e si è anche fatto male Gosens. Adesso pensiamo alla Fiorentina perché la semifinale di Coppa Italia è importante e dopo ci saranno due mesi per buttarci bene sul campionato. Credo che recupereremo la condizione migliore e potremmo giocarcela sicuramente contro il Torino, la Sampdoria, la Fiorentina e tutte le squadre che sono vicine a noi in classifica e ho molta fiducia che possiamo farcela. Giocata la semifinale di finale di Coppa Italia nelle tredici partite di campionato dovremmo essere molto più concentrati e anche più forte di quanto siamo stati oggi”.
Finora avevate avuto un attacco formidabile realizzando cinquant'uno gol, ma nelle ultime due partite non avete mantenuto questo vostro punto di forza Come mai?
“Oggi per la prima volta non abbiamo segnato e la cosa non capitava da tanto tempo (dall'ottava di campionato con la Sampdoria il sette ottobre scorso, ndr), ma devo dire però che abbiamo avuto molte occasioni per farlo. C'è mancato il passaggio, la rifinitura. Mi ricordo più situazioni tre contro uno quando dovevamo dare palla in mezzo a due e magari abbiamo tirato male, due o tre volte abbiamo tirato da pochi metri con Mancini, Zapata e Castagne e anche nel finale, se vogliamo, diverse situazioni ci sono state. Sicuramente siamo calati sotto l'aspetto del gol, però, ho molta fiducia sul fatto che recupereremo la nostra capacità di realizzare perché le occasioni anche oggi sono state parecchie e alcune anche nel primo tempo potevano essere ... non si sono tramutate in occasioni, ma si trattava di situazioni molto favorevoli. Dobbiamo giocare questa semifinale e poi ci butteremo nel campionato con la concentrazione e l'attenzione giusta”.
Oggi avete subito il settimo gol su calcio d'angolo …
“Sì. va bene. Però quello di oggi … ”.
Il gol di Iago Falque è stato il sesto gol a freddo tra il primo e il secondo tempo …
“Sì”.
Sono due problemi che continuate a portarvi avanti.
“Eh, sono situazioni evidenti e che molto spesso finiscono per compromettere penalizzando il risultato e la gara e così il contesto della gara sembra peggiore di ciò che invece non è stato. Ci siamo confrontati con il Torino che adesso è a pari punti con noi e ci sono ancora tredici giornate e ho fiducia che possiamo competere con il Toro e con le altre”.
Che cosa non ha funzionato oggi?
“Più o meno ciò che non ha funzionato lo si è detto prima. Abbiamo fatto la nostra buona gara e poi ci siamo trovati sotto di due gol”.
Ma ha pesato sulla testa …
“Lo si è detto prima. Magari sul due a zero qualche cosa pesato, ma non prima. Nel primo tempo abbiamo fatto la partita che dovevamo fare e non siamo riusciti a realizzare quando ne abbiamo avuto l'opportunità. Magari mi sbaglio ma faccio fatica a ricordare delle situazioni pericolose del Toro prima che segnasse poi nel secondo tempo all'inizio siamo andati sotto di due gol e la partita è diventa difficile e sicuramente l'abbiamo portata in porto senza troppa convinzione di poterla raddrizzare, ma abbiamo avuto alcune situazioni favorevoli. Il Torino sul due a zero ha costruito la sua partita e la sua vittoria giustamente. Dobbiamo recuperare un po’ di situazioni. Giochiamoci questa partita mercoledì e poi torneremo ad essere più attenti, più concentrati e anche più competitivi”.
Oggi i giocatori non arrivavano mai sulla seconda palla e perdevano dei palloni in modo banale. È un problema di sfiducia o di poca lucidità?
“No,quando si perde si vanno a vedere queste cose, ma io ho visto recuperare dei ragazzi anche tanti palloni e ripartire. In tante situazioni pericolose palloni sono stati persi da noi e anche da loro e noi non li abbiamo trasformato in gol, ma alcune situazioni potevano essere molto più pericolose in un contesto di una gara dove c'era molta pressione da parte di entrambe le squadre. L'inerzia e la pericolosità della gara è stata più a nostro favore, poi c'è stato un cambiamento e il Toro è stato bravo e ha vinto la sua partita. Questo è un episodio. In qualunque partita si perdono dei palloni nelle giocate, ma abbiamo fatto tante cose buone dietro. A me per tutto tanto la prova di Mancini, di Djimsiti e anche del centrocampo. Si sono persi anche dei palloni sanguinosi, ma ne abbiamo anche conquistati e questo fa parte della gara”.
È partito schierando Castagne esterno alto e dopo che si è fatto male Gosens ha messo Kulusevski e quando alla fine ha inserito Barrow è tornato a giocare con i tre larghi davanti. Con il senno di poi avrebbe potuto fare qualche cosa di diverso?
“No. Prima potevano entrare Kulusevski o Barrow, che sono due ragazzi da far crescere che stanno alle spalle di Ilicic, Gomez che oggi non c'era e di Zapata., e ho optato inizialmente per il primo e poi in un secondo momento per secondo. Ero partito con Castagne, Gosens e Hateboer perché era una soluzione poiché mancava Gomez e poi eventualmente avrei potuto far entrare i due ragazzi nell'arco della partita perché non è facile però per loro essere già pronti in partite così equilibrate, così combattute e con gente anche così fisica. È un peccato l'infortunio di Gosens anche in prospettiva perché adesso starà fuori magari anche per qualche settimana. Questa in mancanza di Gomez è una buona soluzione, poi magari i ragazzi possono entrare a partite in corso”.
Come sta Ilicic chi ha preso una scarpata nel finale?
“Solo una botta”.
Quante possibilità ci sono di recuperare il Papu Gomez per mercoledì?
“Vedremo domani, il Papu lamenta un affaticamento al flessore che può essere pericoloso. Non sarebbe questo il momento di avere una situazione di pericolo, però, dalle varie risonanze ed ecografie non risulta niente di grave, quindi, speriamo che possa recuperare presto”.
L'esperimento di avere un terzino più alto è una soluzione frutto dell' emergenza o è un'arma che si può utilizzare comunque?
“Di solito non è stato utilizzato perché non ne avevamo bisogno, ma nel momento della necessità è andato bene fare così, anche se è andata male la partita. Quando avrò tutti a disposizione magari avrò altre soluzioni a disposizione e avremo altre caratteristiche”.
Forse si aspettava qualche cosa di più da Ilicic?
“No. Ha fatto una buona prestazione, ma comunque non è mai facile ... È stato sicuramente sempre una spina difficile da contenere per il Torino, poi magari è mancato anche lui nelle conclusioni, però, noi sappiamo che quando ci sono tutti si moltiplicano i valori, ma se si comincia a perdere qualche pezzo fa fatica anche lui perché diventa più concentrata l'azione su di lui”.
Lei da sempre crede nei giovani, può dirci un suo pensiero sull'esordio di Millico in serie A?
“Ha esordito e va bene, ha fatto il primo passo. Sui giovani non bisogna mai forzare, bisogna sempre pensare che gli allenatori vedono in campo negli allenamenti quando il giovane è pronto. Ma non è che lo dice l'allenatore, è il giocatore a dirlo. Quando in allenamento si comincia a vedere che il giovane ha personalità e comincia a fare delle cose, gioca un po' come fa in Primavera e ha anche il contatto con gli adulti, perdendo magari un po' la timidezza, allora è il momento di farlo esordire. Poi se non fa bene lo si ripropone perché quando un giovane fa bene in allenamento con i grandi prima o poi fa bene anche in partita. Quando, invece, un giovane ha delle difficoltà è inutile forzarlo perché il rischio è che se lo si forza e non fa bene, perché magari non ha ancora i mezzi che potrà avere più avanti, si finisce per bruciarlo. Bruciarlo perché partono i fischi e non si sa come il giovane reagisce poiché intorno al giovane c'è sempre molta aspettativa e forzandolo a tutti i costi si corre il rischio di perderlo poiché dopo sta fuori del tempo e magari finisce che la piazza non gli piace più. Un giovane quando esordisce deve fare bene dopo una, due o tre volte. Non ha bisogno di stare lì dei mesi, se è pronto è pronto: lo dice lui,non lo dicono quelli che stanno fuori o l'allenatore perché lo si vede quando gioca. Fare delle forzature è un rischio e tanti giovani finiscono per perdersi perché iniziano a fare dei passaggi, non piacciono più perché si bruciano due o tre volte e poi iniziano a girare in categorie diverse. Il giovane va buttato dentro quando può giocare perché le forzature nel calcio e nello sport non valgono”.