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Benassi: “La squadra è unita, dobbiamo essere più cinici negli ultimi metri”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Il centrocampista e capitano del Torino, Marco Benassi, ha parlato in conferenza stampa della partita di domani con il Pescara. Ecco che cosa ha detto:

Perché al momento del rigore non eravate vicini all'area?
"Non è certo perché non siamo uniti, subito dopo la gara avevo detto che avevamo spagliato a non essere pronti alla ribattuta, ma non per dispetto nei confronti di Iago”.

Che cosa le hanno detto i tifosi?
"Hanno tenuto a chiarire che a volte non tutta la squadra va a salutarli e a ringraziarli. Hanno ragione e anche se saremo arrabbiati per il risultato, dalla partita di domani andremo sempre a salutarli".

Da capitano ha parlato ai compagni per capire e risolvere i problemi che portano la squadra a non riuscire a trasferire durante tutto l’arco delle partite quello che è stato provato negli allenamenti?
"Sì, non lo abbiamo fatto solo queste settimana, ma è da qualche tempo che parliamo dei problemi che abbiamo. Alcuni stiamo provando a risolverli, come la fase difensiva che da domenica scorsa abbiamo iniziato ad adottare e che può essere una soluzione. Abbiamo parlato anche degli altri problemi e penso che domenica scorsa si sia evidenziato che dobbiamo essere più cinici negli ultimi metri perché abbiamo avuto tre-quattro occasioni importanti e invece di passare la palla abbiamo calciato o viceversa quando non era il momento di farlo, però, siamo una squadra molto unita. Ogni settimana in base agli errori che facciamo la domenica parliamo molto per cercare soluzioni e, quindi, anche questa settimana come le scorse abbiamo parlato per cercare di migliorare le cose nelle quali facciamo più fatica".

Sta capendo il peso della fascia da capitano e delle sue parole?
"Come in tutte le cose ci vuole tempo, so che le parole hanno un peso e magari al termine della partita con l'Empoli non volevo dire che il mister non prende posizioni, semplicemente forse mi sono espresso male. I rigori fino a quel momento li avevano calciati in tre e noi non sapevamo chi sarebbe andato sul dischetto del rigore".


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