.

Bianchi-Lerda, da che parte stare?

di Marina Beccuti

La domanda sorge spontanea e qualche lettore ci ha chiesto da che parte sta TorinoGranata. La risposta immediata è una sola: dalla parte del Toro. Tutti uniti per il bene della squadra e per arrivare alla promozione, difficile come scalare una montagna impervia, ma l'impresa è possibile. Se questi "scazzi" possono servire ai chiarimenti ben vengano, se invece peggiorano la situazione meglio arrivare subito ad una tregua prima che sia troppo tardi. Tuttavia diviene difficile non schierarsi. Nessuno vuole fare il verso a Ponzio Pilato che se ne lava le mani. Cairo ha rivisto il gesto di Bianchi e ha deciso di multarlo (la cifra dovrebbe andare in beneficenza). Alla fine anche il presidente non è rimasto neutrale. A livello professionale è giusto dire che Lerda ha fatto il suo dovere scegliendo gli undici che riteneva i migliori da mandare in campo e, visto che il risultato gli ha dato ragione, alla fine ha ottenuto quello che voleva. Ma il calcio non è così freddo e aziendalista come si vuol far credere, soprattutto in casa Toro, dove comanda sempre il cuore. Per cui la passione porta a Bianchi e ci sono tanti punti a suo favore che alla fine stravince lui.

Intanto erano anni che al Toro mancava un giocatore del suo calibro, attaccante di razza cristallina che sa segnare gol bellissimi ma anche di rapina. Inoltre ha saputo subito integrarsi nel mondo granata, sapendosi commuovere in modo sincero sia a Superga che alla visita del Museo Granata. Un giocatore che non si tira mai indietro di fronte ai numerosi tifosi che lo aspettano a fine allenamento. Uno che si ferma a parlare con loro quando vive i suoi momenti privati, un capitano che anche a livello di immagine sa proporsi nel modo giusto e andare ad ogni evento dove il Toro è chiamato. Un rappresentante leale di quella maglia granata che sa ancora far battere molti cuori. Ad esempio, sarà questione di carattere o del perchè la società preferisce così, ma è difficile vedere Lerda andare nei club o in altre manifestazioni, forse troppo preso dal vedere i tanti video sulle partite dei suoi e degli avversari. Bianchi ha rinunciato ad altre squadre per rimanere in B e portare il Toro in A.

Bianchi è colui che ci mette tanta grinta, che ha quel qualcosa di sanguigno dentro che è una caratteristica tipica dei granata, la trance agonistica che lo porta a cercare di colpire il tifoso che lo insulta durante una partita, salvo poi incontrarlo alla Sisport e chiedergli scusa. Non gli importa di essere impopolare e mandare a quel paese il mister o zittire il pubblico che fischia dopo un suo gol. Anche queste sue caratteristiche sono da Toro. Meglio una scarica che l'indifferenza. Lerda potrà anche lasciarlo altre volte in panchina, ma alla fine Bianchi vincerà sempre la sua partita al cospetto della gente granata. Gli allenatori vanno, i giocatori pure, ma Bianchi rappresenta qualcosa in più, se lo ricordi Cairo, non spezzi un altro sogno. Lo tenga vivo.