Cairo duro col Toro: "Voglio solo punti"
Fonte: Francesco Manassero per Leggo
Bisognava tirarglielo con le pinze, il sorriso a Cairo nella foto ufficiale cui anche il Torino si è sottoposto nel giorno peggiore dell’anno, 24 ore dopo la secca contestazione alla Sisport, ancora troppo vicino al 2-0 subito a Triestina: un tempismo perfetto, non fosse che c’erano degli impegni da mantenere.
Passata l’arrabbiatura, per lo staff granata resta il timore di dover soffrire fino all’ultimo secondo del campionato per evitare il fallimento della seconda annata di fila, prima che centrare la salvifica promozione. Cairo prova a scacciare l’incubo e indica la strada: «Umilità. Giusta tensione. Poche porole, molti fatti. Sono caratteristiche che devono tornare, altrimenti in B non si va da nessuna parte. Non bastano i grandi valori, occorre dimostrarli. Credere di essere troppo forti, a volte ti rende troppo nervoso».
I tifosi sono sul piede di guerra, pretendono rispetto e risultati, dopo tre anni di amarezze. L’ultimatum suona un po’ per tutti. «Capisco la loro delusione, li ringrazio perchè nonostante tutto ci sono vicini - ancora l’editore - ma i tornei si vincono dopo 42 partite, non adesso. La classifica ci dà una mano, anche un anno fa era così, con tanti risultati a sorpresa. Sono convinto che questa squadra possa fare qualcosa di speciale. Scossa recepita? Credo di sì. Sono uomini, nessuno si diverte a perdere, poi così male».
Cairo ordina il riscatto: il tempo della pazienza è finito. Lunedì sera c’è il Lecce neo capolista, ostacolo tosto. Il presidente guarda oltre, memore degli ultimi due mesi di montagne russe: «Non basta una partita per risorgere, adesso occorre continuità, dare corpo ai risultati, in campo bisogna correre, dimostrare di avere gamba. Le partite non si vincono in dieci minuti. Non pensiamo più a Trieste, partiamo da lì per risalire. Colantuono e la squadra si sono confrontati: sono cose loro, credo nella sacralità dello spogliatoio».