.

Cairo si sta muovendo per la Cittadella granata

di Marina Beccuti

Saranno le lettere che stanno arrivando a tutte le redazioni da parte dei personaggi illustri che ruotano attorno al Toro, ma si ha l'impressione che Cairo stia pensando ad una svolta, che potrebbe cominciare dalla costruzione della Cittadella Granata. Pare, secondo quanto scrive La Stampa, che il presidente si sia avvicinato ai vertici del Comune torinese per parlare del progetto che comprende la ricostruzione del Filadelfia, la gestione dell'Olimpico (dove fra sei mesi ci giocherà solo più il Torino perchè la Juve andrà nel rinnovato ex Delle Alpi) e lo sfruttamento del Combi per metterci le giovanili. Un progetto caldeggiato da tutti, l'idea lanciata da chi vuole riavvicinare Cairo al mondo granata in modo costruttivo. Lo slogan "Cairo Vattene" e gli atti violenti dei petardoni e della testa di maiale mozzata, fatta trovare davanti alla sede di Via Arcivescovado a Torino, sono atti che servono solo a distruggere e non a costruire. Ben diverso è fare proposte serie e concrete da parte di chi sta lavorando per il futuro del Torino, senza mettere di mezzo arabi e altri voli pindarici.

C'è Cairo al timone del Torino? Trattiamo con lui. Ci sono i soldi del Comune, della Regione e anche ToroMio sta facendo la sua parte. Il resto lo investa Cairo, rendendosi conto delle potenzialità di un autofinanziamento che tutto il progetto potrebbe portare nelle casse granata. E' chiaro che prima di guadagnare bisogna investire, ma da un Torino che è ancora una scatola vuota, ad una società modello che possa annoverare dei beni immobiliari di proprietà, la situazione cambia e potrebbe essere appetibile sia ad altri soggeti pronti a investire insieme a Cairo, che ad una futura cessione magari a gruppi di alto livello. Il fatto di voler prendere esempio dai club inglesi o spagnoli potrebbero portare anche ad Etihad, Red Bull o altri imprenditori internazionali, pronti a metterci il loro marchio (ed un sacco di quattrini) per uno stadio moderno provvisto di ristoranti, birrerie, bar, hotel, con tutti i must granata per antonomasia, il Museo, la sede della Memoria Storica e anche un tour che porti nei luoghi simbolo di identità granata, partendo dal Fila, per passare dal monumento in ricordo di Gigi Meroni per arrivare al luogo culto, Superga. Insomma un progetto stile Arsenal, che ha messo il nome al suo stadio modello, Fly Emirates, ed ora è uno dei pochissimi club in Europa non in perdita.

Emozioni e memoria, sentimenti che non hanno prezzo ma possono essere convogliati in un business di ampio respiro, necessario per avere un futuro dignitoso e ricco di maggiori soddisfazioni. Come ricostruire una squadra che rimanga in pianta stabile in A e poi sperare anche in un salto di qualità.


Altre notizie
PUBBLICITÀ