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Camolese a L'Eco di Bergamo: "Toro, aria pesante. Atalanta ormai una big"

di Claudio Colla

Intervistato da L'Eco di Bergamo, Giancarlo Camolese, granata D.O.C. a trecentosessanta gradi, ha parlato di Toro e di Atalanta, di presente e di passato, con la gara di sabato, esiti dei tamponi permettendo, all'orizzonte:

“In casa Toro, l’aria non è delle migliori. C’è il ricordo di una gara disastrosa, che brucia e continuerà a bruciare ogni volta che si incrocerà l’Atalanta. A ciò si aggiunge il malumore, anche se siamo solo a inizio stagione, per la partenza tutt’altro che brillante. Ma i giocatori sono capaci di resettare tutto, persino i 7-0.

Gasperini? Io e lui ci siamo incontrati un sacco di volte. I nostri primi confronti risalgono alla notte dei tempi, quando io ero il tecnico della Primavera del Torino, e lui della Juve. Poi ci siamo incontrati in B: Gasp al Crotone, il sottoscritto al Vicenza. E in A, Reggina contro Genoa. Quando facevamo il derby Toro-Juve, chi giocava a tre, in difesa, ero io. Lui allora giocava a 4-4-2. Ed è bravo proprio perché il suo calcio è costantemente in evoluzione.

L’Atalanta è al debutto assoluto e la prima partita non può che rappresentare un’incognita. Non ci sono termini di paragone, dunque siamo all’oscuro del suo stato di forma. Questa è la prima cosa, perché bisogna star bene fisicamente per alimentare la caccia all’uomo a tutto campo di Gasp, con i difensori che rompono la linea, e via dicendo. Terzo posto? Sarebbe la terza volta consecutiva se lo replicasse anche a fine stagione, se non vado errato. Direi che sta alle altre raggiungerla: non solo l’Atalanta, ma anche le altre tre, Juventus, Inter e Lazio, che sono andate in Champions. L’Atalanta ormai è fra le big, non si muove, anche se so che davanti a questi proclami gli addetti ai lavori interessati fanno gli scongiuri.

Ilicic e Gollini? Bisognerebbe sapere non tanto quando i due rientreranno, quanto se, e quando, saranno in grado di far la differenza, specie lo sloveno. Sì, perché i numeri d’alta scuola d’Ilicic hanno contribuito in buona parte a portare l’Atalanta in alto. E l’interpretazione moderna del ruolo di portiere da parte di Gollini pure. Proprio vero, sono tanti i segreti di quest’Atalanta”.


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