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Camolese, un uomo in gabbia

di Marina Beccuti
Fonte: www.lastampa.it

L’uomo ha le mani legate. Non può demolire perché non ha più tempo per costruire. Non può cambiare perché il «magazzino ricambi» ha poche scorte disponibili. Non istruisce processi perché se uno si ferma troppo a pensare all’ultima partita andata male, deve poi correre altrettanto per preparare la successiva. Che per il Toro è sempre la più importante, quella della svolta, quella che se la perdi resti con il cerino più corto in mano. Così a Camolese non basta fare l’allenatore, deve anche camminare sul filo, vivere in una sorta di gabbia collocata fuori dal tempo. «Non fatemi parlare del Milan, andiamo oltre». Quella di ieri non è stata una richiesta di pietà, ma una necessità di non disperdere neppure da parte sua energie inutili in recriminazioni, disamine tecniche del tutto superate. Molto chiaro il tecnico-tifoso: «Questa è una fase della stagione in cui non rivedi gli errori fatti, ma cerchi di dare qualcosa. Dopo il Milan mi sono chiesto cosa potevo fare per aiutare la squadra. Mi sono alzato dal letto e ho guardato il filmato di Siena-Chievo perché la cosa migliore è andare oltre. Ho liquidato in mezz’ora di filmato la prestazione con il Milan, tanto brutta da diventare inutile da rivedere. Invece ho già fatto esaminare ai ragazzi spezzoni del Siena. Dobbiamo proiettarci verso la prima delle sei battaglie che ci attendono. Non possiamo neppure fare tabelle, ogni partita va giocata come se fosse una finale».
 


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