Castellacci: "Club ripetano visite idoneità, test aggiuntivi per gli ex positivi"
Fonte: TMW Radio e Tmw
Enrico Castellacci, ex medico dell'Italia è stato consulente per la Nazionale Cinese di Marcello Lippi e lo è tuttora per il Guangzhou Evergrande di Fabio Cannavaro. Intervenuto a 'Stadio Aperto', nel pomeriggio di TMW Radio, il Presidente dei medici sportivi italiani commenta le ultime vicende legate alla ripresa degli allenamenti in Serie A.
Qual è la vostra idea in merito?
"Per la ripresa la scelta ricade sui vertici mi sembra logico. Il governo va avanti su giudizio medico e ci affidiamo a loro. Il criterio più importante è quello dei virologi e trovo giusto che le istituzioni sportive, parlo di Malagò o Gravina, cerchino di dare delle scadenze. Cerchiamo di programmare, ho qualche perplessità pensando a questi tempi rapidi".
Su un calciatore che è stato positivo bisognerà rivedere le visite di idoneità? Ci sarà un tecnica scientifica anche per i compagni?
"Volersi allenare nelle settimane scorse voleva dire non far tesoro dell'esperienza passata. Noi siamo partiti due mesi dopo la Cina. Lì hanno bloccato subito i campionati e la loro Champions League. Noi non l'abbiamo fatto e sappiamo perché. Riprendere gli allenamenti in anticipo come prospettato, mi sembrava mancanza di buon senso e senso civico. Aspettiamo di capire cosa decide il governo, ma credo si allunghino ulteriormente i tempi. Ma questi giocatori dovranno fare un nuovo ritiro per rifare la preparazione. Come Presidente dei medici sportivi italiani ho mandato una missiva per far comprendere che sarà importante ripetere le visite di idoneità. Per i calciatori che sono stati positivi bisognerà fare dei test supplementari. Abbiamo visto da alcuni esami sui deceduti che possono rimanere delle alterazioni, delle cicatrici, che potrebbero danneggiare l'atleta. Si dovranno fare dei test aggiuntivi per scongiurare effetti collaterali, sarà fondamentale".
Una soluzione possibile per riprendere è un mega ritiro in una struttura per uscire solo il giorno della partita?
"Non è semplice una soluzione di questo genere. Anche l'Uefa sta cercando mille soluzioni, ma non è facile non conoscendo i tempi. Neanche io li conosco e neanche un virologo. C'è sempre la preoccupazione del virus di ritorno. Bisogna sempre guardare l'esperienza altrui per programmare l'aspetto sanitario. Sono in contatto con la Cina e ho parlato con Cannavaro, c'è nuova preoccupazione per una ripartenza. Non è semplice debellarlo, non sarà facile neppure nei prossimi mesi".
Secondo lei dovrebbe essere propedeutico alla riapertura un test a tappeto del movimento?
"Per forza. Abbiamo il pericolo degli asintomatici e spesso lo dimentichiamo. Il pericolo grosso sono loro, perché sono di più di quanto si pensi. Non ci sono solo giocatori, tutto lo staff dove lo mettiamo? A porte chiuse si muovono comunque un centinaio di persone, più i giornalisti. Oggi c'è paura di stare in due o tre, il rischio ci sarà sempre".
Tornando alla Cina, non ci sarà un allentamento delle restrizioni, anzi.
"Pur essendo nel mondo medico e nel mondo del calcio devo appellarmi al buon senso, perciò la mia missiva agli altri medici: loro sono responsabili in quanto medici del lavoro nella tutela del lavoro di calciatori e staff. La paura è di reinnestare un meccanismo biologico grave".
Sarebbe auspicabile che la politica del calcio andasse di pari passo con le altre istituzioni.
"La responsabilità è del medico, da qui non si sfugge. Ogni metodo di club si prenderà le sue responsabilità, sanitaria e in quanto medico del lavoro. È impossibile decidere senza ascoltare la squadra dei medici. La priorità rimane la salute".
Che effetto ti ha fatto vedere i video emozionali sulla nostra storia recente, in primis la vittoria dell'Italia nel 2006?
"Sono quelle immagini che ti danno il senso migliore, sono un simbolo di un'Italia unita. Alzare la coppa voleva dire sentire dentro di noi la voglia di vincere e di conquistare. Si dice vinciamo insieme, ma in questo momento ha vinto il virus. Possiamo solo attenuare la sconfitta".