CELLINO, Si va verso la separazione delle leghe
Fonte: eurosport
Il presidente del Cagliari Massimo Cellino ha riaffacciato l'ipotesi di una separazione tra la Lega di serie A e quella di serie B. "Siamo già separati - ha detto Cellino uscendo al termine della odierna assemblea delle società di serie A, non ci resta che prenderne atto". Secondo Cellino è doveroso farlo adesso in vista delle elezioni per il rinnovo dei vertici federali. "Altrimenti - ha concluso - dovremo aspettare altri quattro anni".
"Il calcio sta volgendo al 2010 e noi siamo fermi a vent'anni fa", ha continuato Cellino, sottolineando come esista una delibera di quattro anni fa in cui si diceva chiaramente che si davano i contributi alla serie B, fermo restando che nei prossimi anni si sarebbe provveduto alla separazione delle leghe e i club cadetti non si sarebbero opposti.
"Di fatto siamo già separati da cinque anni, con la A che fa le sue assemblee e la B le sue - ha continuato -, ma dobbiamo esserlo anche nella rappresentanza esterna nei confronti della Federcalcio. Un'ipotesi: se c'é da eleggere il presidente federale o cambiare gli statuti federali, ci presentiamo con 42 società all'interno delle quali ci sono 15 anime diverse, e rischiamo di essere governati da persone che non ci devono governare e non capiscono i nostri problemi".
Alla base di questa necessità "non ci sono questioni economiche", ha chiarito Cellino, sottolineando che la sua è la posizione di un presidente abituato a retrocessioni e promozioni: "Il Cagliari ogni dieci anni ne passa due in B, quest'anno ho un punto solo e rischio di andare in B. Ma credo sia giusto - ha proseguito - che la B porti avanti i suoi programmi, anziché essere oppressa e penalizzata in ogni assemblea da temi che non la toccano".
"Se si vuole lavorare sul calcio, sui problemi degli stadi, sull'Osservatorio, sui diritti tv, non si può prescindere da una sintesi. Bisogna che ognuno si faccia carico dei propri problemi - è convinto Cellino - Essendo superato il problema dei costi all'interno della serie A, si deve portare avanti il programma perché gli avvocati hanno già lavorato e, prima delle elezioni del consiglio federale, dobbiamo portare le nostre proposte se no passano altri quattro anni".