De Bruyne su troppe partite e infortuni: “Uefa e Fifa pensano sol ai soldi”. Si fa sempre più strada l’idea dello sciopero
Fonte: La Stampa
Le durissime parole di Kevin De Bruyne, centrocampista del Manchester City e della nazionale belga, simbolo della denuncia del sindacato internazionale calciatori sono un atto d’accusa nei confronti di Uefa e Fifa: “Si gioca troppo, Uefa e Fifa pensano solo ai soldi”.
Sempre più partite dal post-Covid. Dall’immediato post-Covid: il calendario è stato compresso per concludere la stagione 2019-2020 e per avviare quella 2020-2021, così, specialmente per chi gioca anche con la propria Nazionale. non c’è mai stato un reale stacco. il nuovo format di Champions, Europa e Conference League riempie ulteriormente il calendario, a fine stagione ci sarà anche il Mondiale per Club che si alla ripristinata Coppa Intercontinentale, senza dimenticare le gare delle Nazionali. Dati alla mano, si legge su La Stampa, un giocatore del Real Madrid potrebbe ritrovarsi a disputare da un minimo di 53 partite ufficiali a un massimo di 72, a cui aggiunge- re tutte quelle della propria Nazionale almeno 10 match per chi dovesse giocare sempre e comunque. Sfondando quindi abbondantemente il muro non così virtuale delle 80 partite stagionali.
L’ultimo report di FifPro (il sindacato internazionale dei calciatori) intitolato: “Ho bisogno di riposo” è un urlo che però cade nel vuoto e così si fa strada fra i calciatori sempre più l’idea dello sciopero.
Tra i casi emblematici Phil Foden, calciatore del Manchester City e dell’Inghilterra, che al termine di questa stagione, se il City arrivasse alla finale di Champions, potrebbe disputare addirittura 83 partite e in quella successiva (2025/2026) il tetto s’innalzerebbe ancora arrivando a quota 89.
Una mano ai propri giocatori è quella tesa da Carlo Ancelotti e il Real Madrid, programmando settimane di riposo o ferie supplementari a rotazione per i giocatori più stressati, un esempio che potrebbe fare scuola. Ma che non basta.