Decreto Rilancio, 600 euro ai lavoratori dello sport. Piscine e palestre dovranno rimborsare abbonamenti e non solo
Fonte: Tmw
Dopo la firma del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il DL Rilancio è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. A questo link (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/19/20G00052/sg) potete consultarlo in versione integrale. Nel corposo testo normativo (266 articoli per oltre 300 pagine) vi sono alcune novità rispetto a quanto annunciato la settimana scorsa dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ma in sostanza è stato confermato l’impianto dell’intervento del Governo che prevede una maxi-manovra da 55 miliardi di euro per aiutare l’Italia a ripartire in questa Fase 2.
Cosa succede adesso? Il decreto legge, in quanto atto che ha quali presupposti la necessità e urgenza, ha efficacia per 60 giorni dalla pubblicazione, quindi fino al 19 luglio 2020. In questo lasso di tempo, il Parlamento è chiamato ad approvare la legge di conversione, che confermi o modifichi le disposizioni del DL per renderle “stabili”, vigenti senza limiti di tempo. Tra le norme introdotte dal Governo, diverse interessano il mondo dello sport e del calcio in particolare.
Piscine e palestre dovranno rimborsare abbonamenti - Chi aveva un abbonamento in palestra o in piscina e non ha potuto sfruttarlo per l’epidemia Coronavirus potrà chiederne il rimborso. Lo prevede il Decreto Rilancio all’articolo 216, comma 4. Non sarà possibile però farlo sin da subito: chi ne ha diritto potrà farne richiesta entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto (che dovrà comunque arrivare entro il 19 luglio, pena l’inefficacia di queste misure). Il gestore, entro un mese, dovrà procedere al rimborso, ma in alternativa può anche rilasciare un voucher di pari valore, utilizzabile entro un anno dalla cessazione delle misure di sospensione dell’attività sportiva.
600 euro ai lavoratori dello sport anche a maggio - 600 euro di bonus per i lavoratori sportivi per i mesi di aprile e maggio 2020, ma senza aumento. Il DL Rilancio, all’art.98, ha infatti confermato la misura economica, pari a 600 euro mensili appunto, a sostegno “dei lavoratori impiegati con rapporti di collaborazione presso il Comitato Olimpico Nazionale, il Comitato Italiano Paralimpico, le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate, gli enti di promozione sportiva, riconosciuti dal CONI e dal CIP, le società e associazioni sportive dilettantistiche”. A differenza di quanto previsto dall’art. 84 per i liberi professionisti che abbiano subito una riduzione di almeno il 33% del reddito di marzo-aprile 2020 rispetto all’anno precedente e per i lavoratori co.co.co, per i quali nel mese di maggio è previsto un aumento dell’indennità fino a 1000 euro, per i lavoratori dello sport (e così anche per quelli dello spettacolo) vi è quindi la conferma della misura di sostegno, ma senza aumenti.
Come funzionerà. I 600 euro di bonus saranno erogati dalla Sport e Salute SpA, ai soggetti che ne faranno richiesta, allegando la documentazione richiesta (è sufficiente l’autocertificazione). Non avranno bisogno di fare domanda i lavoratori che abbiano già ricevuto (o comunque abbiano già avuto risposta positiva) i 600 euro relativi al mese di marzo: in questi casi il bonus sarà erogato senza bisogno di ulteriori richieste. Il DL Rilancio prevede un limite di spesa complessivo da 200 milioni di euro per il 2020. Per le modalità concrete della richiesta e dell’erogazione del bonus sarà necessario attendere il decreto attuativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che in ogni caso non si dovrebbe discostare molto da quello già previsto dal Cura Italia. Il portale online di Sport e Salute (ttps://www.sportesalute.eu), in ogni caso, sarà il punto di riferimento per tutti coloro che ne avranno diritto e spiega in maniera piuttosto chiara e intuitiva come si può effettuare la richiesta.
Sospeso l’affitto degli impianti sportivi fino a luglio - Gli affitti per l’impianti sportivi, e quindi anche gli stadi, restano sospesi fino al 30 giugno 2020. I relativi versamenti potranno essere effettuati, senza interessi, entro il 31 luglio o attraverso un pagamento a rate (massimo 4) a partire sempre da luglio. È questo quanto prende l’articolo 216 del Decreto Rilancio, da stanotte pubblicato in Gazzetta Ufficiale, in materia di impianti sportivi. Un aiuto che riguarda le società calcistiche e non solo: il pagamento del canone per impianti di fatto inutilizzati dall’inizio dell’emergenza Coronavirus rappresenta infatti un costo non da poco a bilancio.
Non solo sospensione: sarà possibile ridurre il canone. Inoltre, il comma 2 dello stesso articolo prevede la possibilità per i concessionari di impianti sportivi pubblici (esempio concreto: una squadra di Serie A e lo stadio comunale, a meno che non sia di sua proprietà ovviamente) di concordare una riduzione del canone e ridiscutere i contratti in scadenza entro il 31 luglio 2023 (sono molti anche ad altissimi livelli, altro esempio concreto: la concessione del San Paolo al Napoli scade proprio in questa data). Il rischio per le amministrazioni comunali, in caso di mancato accordo, è che le società possano recedere dal contratto, con diritto al rimborso dei costi sostenuti per le migliorie, perché l’impossibilità di utilizzare l’impianto a causa della pandemia è individuata automaticamente come causa di squilibrio economico. Un meccanismo analogo è previsto, al comma 3, anche per quanto riguarda impianti sportivi privati (palestre, piscine e simili): in questo caso però il DL Rilancio non paventa l’ipotesi di una rescissione del contratto, ma presume, anche per snellire il contenzioso giudiziale, una riduzione del 50% del canone di affitto per i mesi da marzo a luglio 2020.
Cassa integrazione per i calciatori che guadagnano fino a 50 mila euro - Sì alla cassa integrazione per i calciatori. Il Decreto Rilancio, confermando le anticipazioni degli ultimi tempi, ha previsto la possibilità per gli sportivi professionisti di accedere alla Cassa Integrazione in Deroga prevista dal Cura Italia. Nello specifico, a norma del comma 7 dell’articolo 98, vi avranno diritto tutti gli sportivi (e quindi anche i calciatori) con retribuzione lorda annua non superiore ai 50.000 euro. In Serie C, si tratta della maggior parte dei giocatori: per essere chiari, chi si troverà in questa posizione percepirà circa 900 euro netti al mese. Il periodo massimo di cassa integrazione è di 9 settimane, per un limite massimo di spesa di 21,1 milioni di euro.