Di Carlo " I gol di Pellissier per il Chievo e per la Nazionale"
Fonte: gazzetta
ragionamento di Domenico Di Carlo non fa una piega: «Per mandare il nostro Sergio Pellissier al Mondiale in Sudafrica dobbiamo metterlo in condizione di segnare venti gol. E se Pellissier segna venti gol, il Chievo si salva alla grande». Ecco un caso in cui il destino di una squadra è legato a doppio filo a quello del suo giocatore più rappresentativo. Un bomber non proprio di primissimo pelo, entrato nella storia del club per numero di partite giocate e gol segnati. E mentre il tecnico mette a punto i dettagli della doppia operazione Sudafrica-salvezza, l’aspirante azzurro — già debuttante con gol il 6 giugno nell’amichevole con l’Irlanda del Nord — si raccomanda con molto garbo a Marcello Lippi su GazzettaTv:
«Un buon motivo per portarmi in Sudafrica? Sono uno che non molla mai e, ogni tanto, servono anche giocatori così».
Di Carlo, chi l’avrebbe detto che il Chievo sarebbe stato una delle sorprese di questo inizio di campionato.
«E’ presto per parlare di sorpresa, anche se non stiamo andando male. Abbiamo perso, senza meritarlo, le prime due partite con Juventus e Lazio, ma anche in quelle due occasioni abbiamo espresso un buon gioco, mettendoci la giusta mentalità. Soprattutto, adesso stiamo migliorando l’intensità».
Dice che il miglior Chievo non l’abbiamo ancora visto?
«I nostri miglioramenti si vedranno quando l’intensità che mostriamo per parte della partita l’avremo per 95 minuti».
Esigente. Eppure questo sembra un campionato equilibrato, alla portata di squadre organizzate come la sua, non trova?
«La serie A è sempre equilibrata nelle prime dieci giornate. E’ dopo che si delinea la vera classifica».
Quindi?
«La dimensione del Chievo la scopriremo più avanti, ma credo che sia la salvezza. E’ fondamentale non perdere la categoria, e se ci riusciamo con 34 giornate di anticipo è meglio. Siamo in linea con programmi e aspettative, ma la serie A va sudata partita dopo partita».
Lo hanno capito anche i tanti allenatori debuttanti. Non si inventa nulla.
«Non è proprio così. Le metodologie di lavoro cambiano, e anche velocemente. Tutti devono tenersi aggiornati, giovani e vecchi. L’esperienza si fa sul campo, ma contano di più le idee. Al Chievo c’è bisogno di idee, magari in altri posti un po’ meno. Quello che mi conforta è che quando tu hai idee e il gruppo ti segue, arrivano i risultati».
Questo campionato ha portato delle novità?
«Più qualità e più corsa, senza distinzione tra grandi e piccole squadre. L’ultima in classifica può anche vincere con la prima. E’ tutto ancora più bello».
Che cosa pensa del fenomeno- Mourinho?
«Al di là delle cose che si dicono sul suo conto, una cosa è certa: allena l’Inter campione d’Italia e in questo momento è primo. Il personaggio va rispettato per quello che è come allenatore, poi ognuno sceglie le tattiche che preferisce per vincere».
Pro o contro lo sfogo di Lippi dopo la partita con Cipro?
«Lo capisco. Da tifoso della Nazionale io non penserei mai di fischiarla o di invocare un altro giocatore. L’Italia è di tutti, va sempre sostenuta, anche nei momenti di difficoltà».
Domani arriva il Bari. E’ una partita che non può spaventarvi.
«Ma che nasconde molte insidie. Il Bari non lascia spazi, fuori casa non ha mai perso. Resta corto, è veloce, tiene bene il campo. Se l’affronti a ritmi bassi, sei fritto. Per fortuna abbiamo recuperato i nazionali. E Pellissier sta sempre meglio». E se Pellissier in questa stagione segna venti gol, è contento lui e sono contenti anche al Chievo.