Donadoni, La Fiorentina modello da seguire
Fonte: Fonte: guerin sportivo/sportmediaset.it
Intervistato dal Guerin Sportivo, Roberto Donadoni fa il punto sull'avventura sulla panchina del Napoli, definendolo il quarto club italiano come bacino, ma puntualizzando come debba ancora crescere a livello di organizzazione: "Un centro come Milanello vale punti a fine anno, anche se non so quanti. Ma solo se ne parliamo come grado di professionalità". Per arrivare a quei livelli il tecnico sottolinea la necessità di creare una nuova mentalità.
"Molti ragazzi devono fare un salto di mentalità. Napoli non so se agevoli la cosa, ma a me piace responsabilizzare molto, non mi va di controllare. Mi piace creare un ambiente sano, dove ci si diverta senza sbracare". L'ex CT della Nazionale ha come modello di riferimento la Fiorentina, ma avverte: "Anche lì si è visto che servono anni per arrivare a certi traguardi. Nulla succede per magia e io non sono un venditore di fumo" e continua con la strategia adatta per raggiungere gli stessi risultati: "Programmazione oculata, ambizione nel motore, lavoro e investimenti mirati".
Smentisce poi di essere stato vicino alla Lazio, ma conferma l'interesse del CSKA Mosca: "Ma non vedevo un progetto affidabile". Ci tiene a precisare, infatti, che anche al suo arrivo nel club partenopeo non ha fatto promesse: "E non le faccio neanche ora. Non amo raccontare balle o dire cose convenienti".
Tra i colleghi, infine, dice di stimare Del Neri, Spalletti e Gasperini, meno Mourinho, anche se all'inizio provava della simpatia per lui: "Mi stava abbastanza simpatico, meno negli ultimi tempi. Se uno apre bocca deve andare sino in fondo. E di alcune ultime sortite avrei piacere di capire le motivazioni reali". All'estero invece apprezza Guardiola del Barcellona: "Ma lì il materiale umano è di un altro livello".