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Figc, una commissione ad hoc per gli scudetti contesi

di Elena Rossin
Fonte: La Stampa e Figc
Gabriele Gravina

Il Torino da anni rivendica il titolo del 1927 legato al caso Allemandi. Una presunta combine che avrebbe visti coinvolti il revisore dei conti del Torino Guido Nai e il giocatore della Juventus Luigi Allemandi. Il dirigente granata avrebbe corrotto il terzino bianconero in modo che quest’ultimo favorisse la vittoria del Torino per far sì che il club del presidente Enrico Marone Cinzano, già primo in classifica, vincesse lo scudetto. Allenandi in campo risultò fra i migliori e il Torino in rimonta vinse al partita. I fatti non vennero mai provati e gli interessati si dichiararono innocenti, ma lo scudetto fu revocato al Torino. (Per saperne di più su quello che è divenuto “Il caso Allemandi” si può leggere la pagina dedicata su Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Caso_Allemandi). Più volte il presidente del Torino Cairo ha detto che avrebbe fatto di tutto per far riaprire il caso e adesso anche la Federazione Italiana Giuoco Calcio sta compiendo i passi per risolvere con solo questo caso, ma anche altri relativi a scudetti rivendicati degli inizi del ‘900.

Il presidente federale Gabriele Gravina aveva già annunciato a fine gennaio la costituzione di una commissione di “saggi” con il compito di valutare le richieste di assegnazione o ri-assegnazione di scudetti rivendicati dei primi decenni del ‘900 e oggi è stata costituita la commissione composta da otto esperti, come riportato dal quotidiano La Stampa. La commissione che farà una lettura storica delle vicende è coordinata da Matteo Marani, vicepresidente del Museo del Calcio di Firenze. I membri della commissione sono: Francesco Bonini, Rettore della LUMSA, ordinario di Storia delle istituzioni politiche, Presidente della Società italiana di storia dello sport; Pierre Lanfranchi, Research professor of History International Centre for Sport History and culture presso Università Montfort di Leicester, lavora da molti anni come storico della FIFA; Daniele Marchesini, ha insegnato Storia Contemporanea alla facoltà di Lettere dell’Università di Parma; Sergio Giuntini, Vicepresidente e direttore del Comitato scientifico della Società italiana di storia dello sport, ha insegnato storia dello sport presso Università di Milano Statale e Cattolica e Tor Vergata Roma; Enrico Landoni, professore associato di storia contemporanea all’Università eCampus, dove insegna Storia contemporanea, Storia dello sport e del giornalismo sportivo e autore di “Gli atleti del Duce, la politica sportiva del fascismo 1919-1939”; Eleonora Belloni, svolge attività di ricerca al Dipartimento di Scienze politiche e internazionali di Siena; è stata ricercatrice a contratto presso l’Università Bocconi di Milano ed è socia della Società italiana per lo studio dello sport contemporaneo - Sissco; Nicola Sbetti, dottore di ricerca in politica, istituzioni, storia che insegna storia dell’educazione fisica e dello sport presso l’Università di Bologna ed è membro del direttivo della Società italiana di storia dello sport.

Gli scudetti rivendicati sono quello del 1914-‘15 assegnato al Genoa e rivendicato anche dalla Lazio poiché non fu disputata la finale tra le vincitrici dei due gironi in cui era diviso il campionato. Quello del 1924-’25 assegnato al Bologna e rivendicato dal Genoa poiché dopo ben quattro spareggi con vicende varie legate anche alla politica del tempo la quinta gara che ha assegnato  lo scudetto fu giocata in campo neutro a Milano a porte chiuse alle 7 del mattino. E appunto quello del 1926-’27 non assegnato a nessuno e rivendicato dal Torino che sul campo l’aveva vinto. Una volta esaminati i casi la commissione darà il suo parere alla Figc che chiuderà, presumibilmente entro l’anno, questi casi rimasti aperti per così tanto tempo.


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