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GAZZETTA DELLO SPORT Le pagelle di Cerruti: Udinese prima della classe

di Raffaella Bon

UDINESE 8,5 - Alè Udin! Bentornata in testa alla classifica, vecchia ma sempre giovane Udinese. Mezzo voto in più perché oltre a piegare il Torino batte la stanchezza dopo i 120' con rigori di giovedì sera. Inoltre ritrova il miglior Quagliarella e manda Pepe, con Di Natale, in Nazionale. I bianconeri che dividono il primato con Lazio e Inter sono in Friuli, non in Piemonte.
GENOA 8 - Tre su tre. Dopo Milan e Roma, il Genoa versione Marassi fa fuori anche il Napoli, che era imbattuto in campionato. Grande prova di carattere, perché rimonta il gol di Lavezzi dopo appena 27 secondi, e nel finale difende il 3-2 in nove. Un successo di tutta la squadra, da Gasparini stratega perfetto, a Milito che segna e fa segnare, senza dimenticare le prodezze del portiere Rubinho, il primo gol del greco di Papastathopoulos e il ritorno di Palladino.
PALERMO 8 - Giù il cappello davanti al maestro di calcio Ballardini, perché dopo il miracolo-salvezza a Cagliari sta facendo volare il Palermo. Stavolta il colpo è triplo: fa saltare l'imbattibilità della Juventus, vince la prima gara in trasferta e torna per la seconda volta in vantaggio, grazie anche alla superiorità numerica. Con la conferma di Miccoli, primo italiano nella classifica cannonieri a quota 5, e il felice battesimo con il gol-vittoria del diciottenne georgiano Mchedlidze.
ATALANTA 7,5 - Bentornata alla vittoria e che vittoria! Sotto di un gol, mostra il carattere del suo eccellente allenatore Del Neri, capace di mescolare l'esperienza dell'intramontabile Doni alle qualità dell'ingiustamente sottovalutato Floccari, autore di una splendida doppietta. E così in 90' segna più gol che nelle precedenti cinque partite.
INTER 7 - Il voto premia più la prestazione della squadra di Mourinho che la maniera con cui torna a vincere. Perché a prescindere dai moduli, e dalla spettacolare rete di Ibrahimovic, l'Inter ha il merito di creare moltissime occasioni da gol, ma la colpa di non concretizzare in proporzione. Guardando la concorrenza, però, i problemi dei nerazzurri sembrano classiche pagliuzze.
FIORENTINA 7 - Torna al successo sul campo del Chievo, unica delle cinque sorelle a reggere il passo dell'Inter. Recupera il miglior Vargas che dopo il primo gol di Kuzmanovic scodella sulla testa di Gilardino il pallone del definitivo 2-0. Adesso dovrà ritrovare il convalescente Mutu e soprattutto la necessaria continuità. Ma forse il peggio è passato.
LECCE 7 - Gli sfugge il successo a un minuto dalla fine. Ma non possono sfuggire gli elogi a Beretta, perché il Lecce conferma sul campo della capolista Lazio l'ottima impressione suscitata su quello dell'altra capolista Inter. Il primo punto e il primo gol fuori casa fanno ben sperare.
CATANIA 6,5 - Soffre, poi va in vantaggio con il "solito" Paolucci che però si fa espellere, favorendo il pareggio della Reggina. Il punto non è da buttare, anche se rimane il rammarico di aver perso l'occasione per raggiungere Inter, Lazio e Udinese in testa. Scavalcato dal Palermo, ma alla ripresa giocherà il derby in casa e cercherà di rifarsi.
SIENA 6,5 - L'anno scorso, con mago-Beretta, aveva spazzolato la Roma 3-0. Stavolta con Giampaolo si accontenta di vincere 1-0 con un gol di Frick, senza rubare nulla e la classifica sorride, anche se è presto per montarsi la testa.
CAGLIARI 6 - Gli applausi finali di Cellino sono la migliore fotografia del primo punto del Cagliari, che per la prima volta non incassa gol, e merita quindi la nostra prima sufficienza. Incredibili errori di mira negano ad Allegri una clamorosa vittoria. I numeri sono sbagliati, perché il Cagliari ha il peggior attacco (1) e la peggiore difesa (10) insieme con Reggina e Torino. Ma la strada è quella giusta, perché la squadra è in netta ripresa.
REGGINA 6 - Soffre ma reagisce e alla fine conquista un pareggio più che meritato con Costa. La risalita può incominciare anche così, con il secondo punticino che regala fiducia, perché Orlandi ha già dimostrato di saper salvare la Reggina.
LAZIO 5,5 - Spreca la grande occasione di battere il Lecce e di rimanere in testa da sola. Ma dopo un primo tempo sotto tono, ha il merito di reagire allo svantaggio, acciuffando il pareggio quasi a tempo scaduto. Con la certezza di avere ritrovato Simone Inzaghi. Non sarà ancora da scudetto, ma non è un bluff.
CHIEVO 5,5 - Va in svantaggio di un gol, poi di un uomo e infine affonda con l'ultima prodezza di Gilardino. L'impressione è quella di una squadra più ingenua che scarsa, sempre a metà strada tra un risultato positivo e uno negativo.
MILAN 5 - Va più vicino alla sconfitta che alla vittoria contro il Cagliari che non aveva ancora raccolto un punto. Grave passo indietro sul piano del gioco rispetto al derby, con la conferma che il Milan è gravemente ammalato di discontinuità: forte coi forti, debole coi deboli. Dopo tre vittorie consecutive, perde la grande occasione di rimanere a un punto dall'Inter minacciando di superarla.
NAPOLI 5 - Ultima squadra a perdere l'imbattibilità insieme con la Juventus, che ospiterà alla ripresa del campionato. Dopo Lisbona, un'altra sconfitta che fa male, perché Lavezzi segna il gran gol dell'1-0 che poteva valere il ritorno in testa dopo 17 anni, perché in 90' ha la grave colpa di incassare lo stesso numero di reti prese nelle altre cinque gare, e infine perché nel finale non sfrutta il vantaggio di giocare contro il Genoa in nove. E così il voto più alto va allo sportivissimo direttore generale Marino, che a fine partita rifiuta il facile alibi della caccia all'arbitro.
BOLOGNA 5 - Cinque come le sconfitte consecutive, con l'unica piccola consolazione del primo gol dopo quattro gare. Ma dal primo 2-1 al Milan all'ultimo 1-2 contro l'Inter, a San Siro si rivede la stessa squadra molle e spuntata. Anche se la bella presidentessa Menarini non ha colpe, a parte quella della sfortuna, è giunto il momento di intervenire.
TORINO 5 - Con il vittimismo non si avanti. E quindi, al di là degli alibi, dopo lo 0-2 sul campo dell'Udinese occorre una seria autocritica. Novellino è stato esonerato senza gli attaccanti a disposizione di De Biasi, e il sestultimo posto è un piazzamento largamente inferiore alle attese.
JUVENTUS 4 - Prima, dolorosissima, sconfitta in campionato, ancora più amara perché in casa, dopo due pareggi. Ranieri sbaglia a cambiare troppi uomini e il modulo. Il gioco non decolla mai, nemmeno con Giovinco dietro le punte. Colpa anche di Sissoko, che si fa espellere sull'1-1 lasciando la squadra in dieci per più di un tempo. Con l'unico alibi dei troppi infortuni, specie in difesa.
ROMA 4 - Maglia nera tra le cinque sorelle, che vede dal basso dei suoi 7 punti, media da salvezza e non da scudetto. La svolta di Bordeaux non basta, perché a Siena si rivede la brutta Roma che aveva perso nelle precedenti trasferte a Palermo e Genova, senza gioco e senza testa. Se la calma è la virtù dei forti, altri due espulsi Mexes e Panucci confermano che la Roma non è più, o non ancora, forte come prima.
SAMPDORIA 4 - Quattro come i punti in classifica e come i gol incassati a Bergamo che portano il totale a 8: troppi per una squadra che dopo l'1-0 di Cassano sognava la prima vittoria. Appuntamento ancora rinviato, e di questo passo chissà fino a quando perché l'attacco non punge e la difesa non regge. Con l'aggravante di due espulsioni, l'unico punto di contatto con il Genoa che in 9 però ha vinto.