Gigi Delneri: "Gasp ha dimostrato di essere il migliore. C'è grande intensità nel calcio italiano di oggi"
Intervistato da TMW, Gigi Delneri, veterano dalle mille panchine, ha fornito la propria panoramica sul finale di campionato, con particolare focus sul gran lavoro di Gian Piero Gasperini all'Atalanta, che contende al Toro di Mazzarri il titolo di sorpresa (positiva) dell'anno: "Gasperini ci penserà molto bene, prima di lasciare Bergamo, eventualmente. Ha dimostrato di essere un grande allenatore. Non solo quest'anno, pure quello scorso, è stato il migliore come idea tattica, fisicità, è probabilmente il più in auge del calcio italiano. Allegri? Ci sono tecnici che vincono, è molto difficile anche quello. Ma credo che Gasperini, in questi due o tre anni, sia stato il migliore, soprattutto per il gioco. La società è partita con un obiettivo, poi ne ha raggiunti altri. Lo reputo maturo per puntare a grandi traguardi. Poi che li ottenga all'Atalanta o in un'altra squadra va bene ugualmente. L'Atalanta è in netta ascesa, poi nella vita ci sono le ambizioni. Cosa può fare, oltre al quarto posto? In alcuni anni ci sono state squadre con risultati impensabili, andando però indietro nel tempo.
All'Atalanta abbiamo vissuto due annate importanti. Abbiamo vinto contro il Milan, e contro l'Inter di Mourinho. Volevo far esprimere il massimo delle potenzialità ai giocatori, anche magari cambiandogli ruolo. Mi ricordo Valdes trequartista esterno, oppure Garics che era più un esterno da mediana a cinque. Abbiamo lanciato Consigli, c'era Cigarini. Eravamo un undici d'attacco, qualche scoppola l'abbiamo presa, ma abbiamo prodotto un gioco piacevole. Certo, non dico di accostare quell'Atalanta a questa. Però mi piace pensare che siamo stati uno stimolo. Ora va in finale di Coppa Italia, in Champions, ha un gioco fantastico. È matura, con una media di 27-28 anni. Sono felice per loro; la Champions, poi, è tutta un'altra cosa. Ora ha uno standard alto, direi. Quanti club possono contare su 4000 tifosi per aspettare la squadra di notte? Tenere fede a step di quel livello porta anche pressioni importanti. Le componenti però ci sono: lo stadio sempre pieno e che presto sarà rinnovato, il pubblico, la volontà di migliorare. Se raggiunge il quarto posto ci può essere un futuro roseo ed europeo. Contro la Lazio ha meritato la vittoria sul campo, è una squadra sicura, consapevole, poi l'entusiasmo ti dà energie superiori. A valle c'è un grande lavoro, disponibilità da parte di tutti, la società determina i risultati. Sono ancora legato all'Atalanta, alla città di Bergamo in particolare.
Giampaolo e l'anno sabbatico? Lo avrà fatto per pungolare un po' l'ambiente. Ha fatto grandi passaggi negli ultimi tempi, dopo un periodo difficile. Ha un posto importante, un'idea di gioco. È un prodotto che si avvicina alla cultura atalantina. I modi di giocare sono differenti, e magari un risultato come il 3-3 di Parma, a questo punto della stagione, può fare male, ma c'è convinzione. Chiaro che lui voglia alzare l'asticella, poi dipenderà dal volere del club, ma alla fine penso rimanga lì. Sta migliorando e ristrutturando il centro sportivo. Magari ci vorrà un anno in più per raggiungere l'Europa, ma per me alla fine rimarrà.
L'Udinese? Mi auguro, da friulano, possa rimanere in A. I giocatori per salvarsi ce li ha, ora sta andando un pelo meglio come risultati. C'è il rischio che nessuna squadra veneto-friulana non sia in A, la prossima stagione. Ecco, spero che almeno una ci sia a rappresentare il Nord-Est. L'Ajax di quest'anno è la dimostrazione che ci vuole del tempo per raggiungere gli obiettivi. Due anni fa erano arrivati in finale di Europa League, contro il Manchester United, e qualcuno di quelli che ora sfidano il Tottenham stava già giocando. Il tempo paga, dà soddisfazione, se c'è forza di essere sereni nei momenti meno felici.
Il mio presente e il mio futuro? Per ora aspetto, e guardo le partite. L'Italia mi attira di più dell'estero: le idee non mancano, nel calcio c'è più intensità".