.

I Menarini rischiano guai con giustizia sportiva

di Raffaella Bon

Non hanno mai nascosto di essere gente che conosce il calcio solo in superficie. Ora però, per aver ammesso di frequentare da tempo Luciano Moggi e di averlo ospitato a cena martedì, Renzo e Francesca Menarini saranno sentiti dalla Procura federale. La famiglia di costruttori che da meno di un anno ha acquistato il Bologna rischia così di passare dei guai con la giustizia sportiva, dove di solito finiscono invischiati ben più navigati conoscitori del mondo del pallone. Per avere consigli su calcio mercato e possibili investitori, si sono rivolti proprio al simbolo del sistema truffaldino che ha preso il nome di Calciopoli. E che proprio nella piazza rossoblù aveva trovato nell'ex presidente Gazzoni uno strenuo oppositore, che aveva costituito la società come parte civile nel processo. «Parlo con Moggi da mesi - ha ammesso ieri Menarini con i cronisti - è un amico. Ma lui non vuole entrare nel Bologna e io non voglio che entri. Se parlare con lui è un peccato...» Peccato o no, per chiarire i termini di questi contatti, padre e figlia, rispettivamente amministratore delegato e presidente dei rossoblù, sono convocati la prossima settimana a Roma dal procuratore federale Stefano Palazzi. La procura aveva già aperto un fascicolo non appena erano diventate pubbliche le voci, smentite ieri, riguardanti una possibile collaborazione dell' ex dg Juve come consulente esterno della società. La proprietà non ha voluto commentare la convocazione in Procura. Un silenzio abituale. Rotto ieri, quando Renzo Menarini si è assunto la responsabilità di non aver chiarito in tempo a tifosi e stampa. «Non mi aspettavo un'escalation del genere», si è giustificato. Ma il chiarimento tardivo è stato più che altro un boomerang. Ammettere i rapporti con Moggi ha affossato un amore mai sbocciato tra la famiglia di costruttori e la città. I tifosi per questo andranno in piazza martedì sera. Hanno convocato «un'adunata rossoblù», che sa di contestazione. I sostenitori sono scottati da tempo. Da una salvezza raggiunta all'ultimo. Da un piccolo caso Di Vaio, scoppiato nelle ultime settimane, quando il vicecapocannoniere ha chiesto ritocco e prolungamento del contratto. E dal non avere garanzie per l'anno del centenario. «Abbiamo capacità limitate», ha detto ieri Menarini, dicendosi pronto ad accogliere «compagni di viaggio» nella proprietà. Evidentemente difficili da trovare per vie 'normalì. Il geometra ieri si era affidato ad una metafora, derivata dal suo mestiere, per rassicurare la gente. «Non tradiremo i tifosi, ricostruiremo l'edificio del Bologna». Una casa che, però, traballa sempre più