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Ibra saluta la MLS, tutti in Italia lo vogliono tranne il Torino

di M. V.

Tempo fa abbiamo affrontato l'argomento degli acquisti ad effetto, ribattezzati da Urbano Cairo in "acquisti mediatici" riferendosi a Franck Ribery in relazione al flop granata di Alvaro Recoba nel 2007. La situazioni sono molto differenti, comunque, ma tralasciando questo, è un'altra vicenda a tenere banco in queste ore: dopo la battuta sul Genoa rilasciata tramite i social, Zlatan Ibrahimovic ha davvero detto addio alla Major League Soccer ed ai Los Angeles Galaxy. Provocatoria, nel pieno stile del calciatore dunque lontana da ogni stupore, la sua affermazione secondo cui "vi ho dato Zlatan, ora tornate a guardarvi il baseball" (successivamente è poi giunta la nota di ringraziamento di rito da parte della società). Su di lui, che pare abbia tutte le intenzioni di tornare a giocare nel campionato italiano, si sono già mosse parecchie società, tra cui il Milan, la Roma, la Fiorentina, il Napoli, il Bologna, l'Atalanta, la Lazio, chi con maggiore vigore o meno, e, anche se con pronte smentite, il suo nome è stato accostato pure alla Juventus. Tutte, o quasi, tranne il Torino. Perché? Perché non provare a inserirsi in una condizione tanto vantaggiosa provando ad accaparrarsi un giocatore di altissimo livello che tanto sta giovando a squadre come Cagliari (Nainggolan), Parma (Gervinho) e Fiorentina (Ribery)? Senza contare quanto potrà dare, nel computo finale, Balotelli al Brescia. E' forse una questione di età? Oppure il calciatore non difende abbastanza? Se poi parliamo di emolumenti, ad oggi Ibrahimovic, per tre anni, costerebbe complessivamente quanto Verdi (attualmente dal rendimento rasente lo zero), se non meno.