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Il Gallo & Gli Altri, Pavoletti: numeri simili, prospettive diverse

di Claudio Colla

Leonardo Pavoletti, un po' a sorpresa, è uno degli uomini che Roberto Mancini ha preferito a Belotti, nell'ultimo giro di convocazioni. Il CT lo ha peraltro premiato, consentendogli di debuttare a gara in corso, e a risultato già ampiamente acquisito, contro il Liechtenstein: fiducia che il centravanti del Cagliari ha ripagato, siglando il sesto e ultimo gol azzurro, che ha chiuso il cappotto rifilato alla piccola nazionale di Vaduz. Pavoletti, classe '88, è un centravanti quintessenziale, dalle caratteristiche più classiche e lineari, rispetto a Belotti. Cinque anni in più del Gallo, il bomber isolano, che, data una situazione di classifica discretamente tranquilla per i rossoblù, quest'anno punta a eguagliare ed eventualmente superare il proprio record personale di reti stagionali in Serie A (14 gol, nel 2015/16, con la maglia del Genoa), non è riuscito a imporsi in una dimensione di top club, una volta approdato a Napoli. La sua prospettiva di carriera, realisticamente, sembra essere vincolata a una militanza in realtà di medio-bassa classifica, a patto di voler mantenere un solido status da titolare, contesto che può dargli la spinta giusta per la corsa a un posto in rosa in vista di Euro 2020. "Esploso" relativamente tardi, a più di 26 anni d'età, nella seconda metà del 2014/15, quando dal Sassuolo approdò tra le file del succitato Genoa, Pavoletti presenta cifre simili a quelle di Belotti in termini di media-gol, sia per quanto riguarda la stagione in corso, sia sotto il profilo dell'esperienza complessiva in Serie A (0.417 a gara quest'anno, 0.388 overall). Un rivale per l'immediato, con orizzonti però decisamente più limitati, non solo per ragioni anagrafiche, rispetto a quelli aperti per il Gallo.