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Il pentito Mancini ora non lascerebbe più la nazionale italiana e si candida a tornarci

di Marina Beccuti

Roberto Mancini, nel giorno del suo sessantesimo compleanno, si confessa al Giornale, dove ammette di aver sbagliato la scelta di lasciare l'Italia per andare in Arabia Saudita.

"No, non rifarei la scelta di lasciare la panchina dell'Italia. Quel saldo rapporto di fiducia che avevo con la Federazione si era reciprocamente incrinato. Se potessi tornare indietro affronterei tutto in modo diverso. Se io e Gravina ci fossimo parlati, spiegati, chiariti, probabilmente le cose non sarebbero andate così. Allenare sentendo che la fiducia sulla tua persona vacilla non è una bella sensazione. Non ti garantisce di poter lavorare con la giusta serenità. Nonostante ciò mi rimprovero di non aver affrontato il tutto con più chiarezza. Tra me e Gravina c'è sempre stato un rapporto basato su una grande stima e dialogo. E la volta che forse era necessario parlare con chiarezza, non è stato fatto".

C'entrano i soldi che l'Arabia gli ha offerto, ma non solo, nella scelta fatta oltre un anno fa.

"Non nego che, per un allenatore, la proposta di una cifra così alta, anche se inferiore a quella raccontata dai giornali, ti metta in crisi. Però non è stata determinante. Ha inciso, ma non è stato solo per quello che ho lasciato la panchina della Nazionale. Le capita mai di pentirsi di una scelta sbagliata? Ecco, lasciare la Nazionale è stata una scelta sbagliata che non rifarei".

E c'è anche l'apertura ad un possibile ritorno in Azzurro.

"Il regalo che vorrei farmi è alzare la Coppa del Mondo. Ho ancora un conto in sospeso. Appena diventai ct della Nazionale dichiarai i miei due obiettivi: vincere un Europeo e un Mondiale".

Ma adesso c'è Luciano Spalletti e sarà difficile portargli via la panchina azzurra.


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