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Il Torino ha potenziali acquirenti? Per l’avvocato Marengo sì, per il presidente Cairo invece no

di Elena Rossin
Fonte: Profilo Facebook di Pierluigi Marengo
Pierluigi Marengo

La maggior parte, meglio quasi tutti i tifosi del Torino da anni vorrebbero che all’attuale presidente, Urbano Cairo, vendesse il Torino e se ne andasse. I motivi sono arci noti e non c’è bisogno di elencarli. A più riprese nel tempo c’è stato qualcuno, o si è avuta notizia, che abbia provato a comprare il Torino Fc, ma una trattativa non è mai decollata. Cairo ha sempre affermato che mai nessuno è andato da lui proponendogli di acquistare il club e invece i tifosi credono che non sia vero e ritengono che invece sia Cairo a rifiutarsi di venderlo.

Ebbene ieri  l’avvocato Pierluigi Marengo (noto tifoso del Toro, che è stato il presidente dei “lodisti” che nell’estate del 2005 fece sì che il Torino, dopo il fallimento, potesse ripartire dalla Serie B e non da categorie inferiori; tra l’altro Marengo è anche il segretario dell’Associazione Ex Calciatori Granata Onlus) in un lungo post sul suo profilo Facebook, dal titolo “La grande menzogna: nessuno vuole acquistare il Torino”, ha detto, dopo aver preso informazioni, che come sostengono i tifosi sia Cairo a non voler vedere il Torino e non che non ci sia mai stato qualcuno che fosse intenzionato a comprarlo.  

Ecco il post di Marengo:
“Cari Fratelli di Fede, in questi ultimi due mesi, insieme ad alcuni amici, ho messo il naso nel “nessuno si è fatto avanti per comprare il Toro”. Un nasare che mi ha portato a scoprire che, nell'ultimo biennio, almeno tre importanti gruppi economici esteri avrebbero cercato un approccio con la società, trovando però sistematicamente la porta chiusa ad ogni trattativa. Uno di questi gruppi, è poi stato riferito da soggetto di alto profilo e certamente credibile, si sarebbe persino spinto ad offrire ben 70 milioni per le quote societarie, con accollo su di se dell'intera situazione debitoria in essere; offerta rimandata al mittente.

Non solo.

Un importante dirigente di un grande gruppo finanziario con sede a Londra, al nostro tentativo di sensibilizzarlo sull'acquisto del Torino F.C., ha detto ad un mio compagno di nasata che, viste le ripetute espresse volontà del masiota-meneghino (Cairo è originario di Masio un comune in provincia di Alessandria e vive a Milano, ndr) di non voler cedere la società, i grandi gruppi han ormai depennato il Torino FC dalla lista delle potenziali acquisizioni, ascrivendolo a “società non in vendita”, perché questa è la sola ed unica verità: il masiota-meneghino non intende cedere e prende in giro l'intera mondo granata, affermando che all'orizzonte non v'è nessuno interessato al Toro. Balle, sempre balle, esclusivamente balle.

Un mio nasare la situazione potenziali acquirenti respinti a cui si è poi aggiunto quanto raccontato dal collega avvocato Francesco Paulicelli, che, durante una trasmissione televisiva, ha comunicato, di aver condotto, affiancato da un importante Bank Officer svizzero, una trattativa, anzi di aver cercato di aprire una trattativa per l'acquisto del Torino nel 2018, offrendo in allora 130 milioni. Ovviamente porta sbattuta in faccia dal masiota-meneghino. E non ho motivo per non crederlo... se fosse in ricerca di pubblicità, come subito affermato da alcuni cairoti, avrebbe reso nota la vicenda già in allora.

Un'attività di ricerca, svolta in quest'ultimo periodo, da cui è emersa l'assoluta convinzione che il masiota-meneghino non intende, allo stato dell'arte, cedere e liberare il Toro dalla sua presenza, facendo venire meno la distruzione sistematica della società, sia sotto il profilo sportivo che storico valoriale.

Una società che abbiam fatto valutare, bilancio ultimo in mano, da soggetti professionalmente competenti in materia, con il risultato di un suo odierno valore, alla luce della situazione debitoria in essere, di non più di 40/50 milioni di euro, come peraltro si può ricavare anche dall'esame del bilancio della U.T. Communications spa, società proprietaria del 100% delle quote del Torino F.C., ossia del 100% di un capitale sociale pari a €883.400, uno dei più bassi del calcio professionistico italiano... tanto per avere una corretta valutazione in punto Capitali Sociali: Palermo (serie B) €1.044.000, Modena (serie B) €2.000.000, Bologna €5.976.255, Atalanta €4.893.750, Udinese 15.127.000...

Una società che presenta, come da bilancio approvato nel marzo scorso, una posizione finanziaria netta (PFN) negativa per 43,5 milioni; debiti verso banche pari a circa 38,3 milioni, verso fornitori per circa 22 milioni, tralasciando gli ordinari e consueti debiti verso altre società, verso l'erario e verso il personale, propri dell'intero mondo calcistico.

Debiti estremamente rilevanti (altroché scudetto del bilancio!!!), a fronte di cui non vi alcun bene materiale, visto che il Torino FC non possiede neppure un mattone o una zolla d'erba. Lo stesso Robaldo, spacciato per centro sportivo per le giovanili pur avendo solo 4 campi di cui 2 sotto misura, è esclusivamente una superficie in concessione comunale sino al 2046 (21 anni da oggi), con obbligo in capo al Torino FC di mettere gratuitamente a disposizione delle scuole e dei servizi sociali della Circoscrizione 2 un campo dell’impianto tutte le mattine dal martedì al venerdì, nonché del Comune di Torino l'intero complesso per iniziative e manifestazioni anche di livello nazionale per 20 giornate l’anno. Non penso esista altro Centro Sportivo di società professionistica ove si alternano sul campo atleti e scolaresche...

Uniche significative voci attive son quindi quelle ascrivibili ai beni immateriali, quali il Marchio, il cui valore risulta pari a €41,1 milioni (fonte Brand Finance, società di consulenza leader mondiale nella valutazione dei marchi), i diritti sportivi a portafoglio societario, stimabili, vista la pochezza assoluta della rosa con i “pezzi più pregiati” in prestito, in circa 80 milioni di euro e il diritto a percepire annualmente i Diritti TV, ammontanti a circa 50 milioni di euro. Come dire, quindi, un valore stimabile in circa 160/180 milioni di euro, somma peraltro condivisa dalle svariate fonti ove si è proceduto alla valutazione della società (professor Bernardo Bertoldi docente di Strategia all’Università di Torino, Tuttosport, Repubblica, Sole 24 ore, ecc.).

Somma di 160/180 milioni di euro che esprime il reale ed oggettivo valore attuale del Torino FC, da decurtarsi della pesante odierna situazione debitoria di cui ho su detto, giacché, parole del predetto professor Bernardo Bertoldi, “chi comprasse il Torino dovrebbe far fronte, in base a quanto risulta a bilancio depositato nel marzo 2025, al pagamento di un flusso di debiti fino al 31 dicembre del 2028, ovvero nei canonici 5 anni post chiusura del bilancio: complessivamente, 133,3 milioni di debiti.”

Da ciò, ossia dedotte le posizioni debitorie, una previsione di reale valore delle quote pari, come detto, a non più di 40/50 milioni di euro. Somma neppur presa in considerazione dal masiota-meneghino, che ebbe a rifiutare, tralasciando quella su riportata del 2018, un'offerta di €70 milioni della primavera scorsa, chiedendo in contro proposta non meno di 200 milioni, fonte Sole 24 Ore. Un preciso comportamento di chi non ha alcuna intenzione di vendere e, allorché pressato per farlo, nega scientemente l'esistenza delle pervenutegli offerte ed indica in un valore assolutamente fuori da ogni realtà il richiesto...

Ed allora?

Solo una reale pressione dai toni ben più forti della contestazione attuale ritengo possa portare il masiota-meneghino, obtorto collo, a cedere ad uno dei tanti gruppi che, in tal guisa, ritengo sarebbero pronti a riprendere l'iniziativa a suo tempo tarpatagli. Primo tra tutti un gruppo finanziario legato a Red Bull GmbH, all'epoca bloccatosi a fronte della folle richiesta del masiota-meneghino su riportata di 200 milioni di euro... e non è voce di Bar Sport, ma del principale giornale economico italiano, il Sole 24 Ore!

Avendo già ampiamente superato la giusta lunghezza che deve avere un pezzo, dopo aver qui sbugiardato la leggenda metropolitana per cui non vi sarebbe nessuno interessato al Toro, da sempre sulla bocca dei cairoti, demando ora ad un prossimo post, che pubblicherò a breve, il dirvi qual è la mia opinione sulle forme e modi di una contestazione capace di giungere al da tutti i granata auspicato risultato: via Cairo da Torino e dal Torino.

Buon 2026 a tutti i Fratelli di Fede”.

Scontato che dopo la pubblicazione di questo post si sia infiammato il dibattito dei tifosi sui social. Questa è la versione dei fatti dell’avvocato Marengo,, Se invece il presidente del Torino Fc, Urbano Cairo, avesse una versione differente, o comunque volesse anche solo replicare, la redazione di Torinogranata.it è disponibile a pubblicare anche il suo pensiero.


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